Francia, in arrivo la stangata fiscale da 20 miliardi. Venerdì il voto al parlamento
Tempo di austerity per le economie europee, mentre da ogni parte – a partire dal Fondo Monetario Internazionale di Christine Lagarde – si moltiplicano gli appelli a salvare l’euro e a prendere misure d’urgenza che impediscano il contagio al resto del mondo. In attesa della manovra spagnola del governo Rajoy, che dovrebbe garantire le condizioni per una richiesta di aiuti all’Unione Europea, venerdì è previsto il voto del parlamento francese alla finanziaria varata dal governo Ayrault.
Una manovra da 20 miliardi di tasse che giunge a dare il colpo di grazia alla popolarità del presidente Francois Hollande. Secondo i sondaggi degli istituti francesi, infatti, solo nell’ultimo mese il neo eletto presidente ha già perso l’11% dei consensi, rendendo insoddisfatti il 56% dei francesi intervistati.
La finanziaria di Hollande prevede la creazione di due aliquote per la tassazione dei privati: il 45% per i redditi da lavoro sopra i 150 mila euro, e quella famigerata del 75% per i redditi oltre il milione di euro. Verrà tassato anche il reddito da capitale sopra i 2mila euro l’anno, con un’aliquota massima del 45%. Si bloccherà inoltre l’adeguamento dei redditi all’inflazione e le detrazioni fiscali avranno un tetto massimo di 10 mila euro.
Dalle imprese, tra tagli di detrazioni e cambiamento del regime fiscale, Hollande spera di ricavare dieci miliardi di euro, col rischio di provocare fughe di imprenditori e cali di competitività che potrebbero danneggiare il presupposto stesso su cui poggia la finanziaria: il Pil allo 0,8%, già di per sè difficile da raggiungere (le stime parlano infatti di uno 0,2-0,4%).
Il voto al parlamento è previsto tutt’altro che compatto. Le scelte del governo stanno infatti minando la stabilità del consenso politico, oltre che per la non unanimità sulla scelta di aumentare la pressione fiscale, anche per alcuni temi – come il matrimonio omosessuale e il nucleare – che non raccolgono il consenso di tutte le parti politiche. La stangata fiscale in arrivo potrebbe ulteriormente indebolire questa situazione, e c’è chi mormora che sull’altare del sacrificio sarà immolato il primo ministro Ayrault.