Francia, economia arranca. Insee: target crescita di Hollande non verrà raggiunto
I ripetuti segnali di debolezza in arrivo dalla congiuntura economica mettono a serio rischio i target di crescita della Francia. Secondo l’istituto di statistica Insee quest’anno non verrà raggiunto il target di crescita dell’1% indicato dal presidente Francois Hollande e la disoccupazione salirà con spesa dei consumatori e esportazioni che faranno fatica ad accelerare. La disoccupazione è vista spingersi fino al 10,2 per cento entro la fine dell’anno.
“Il potere di acquisto delle famiglie è migliorato, ma troppo modestamente per portare una vera accelerazione della spesa – ha rimarcato l’Insee – e di fronte alla domanda che non sta decollando le aziende non sono propense a investire. Le esportazioni francesi non potranno beneficiare appieno del miglioramento del commercio mondiale”.
Le nuove previsioni rilasciate dall’Insee vedono il prodotto interno lordo crescere dello 0,7 per cento nel 2014. Il governo conta invece su una crescita dell’1 per cento per contribuire a soddisfare la sua promessa di ridurre il deficit di bilancio al 3,8 per cento del Pil a fine anno. Hollande si è inoltre impegnato a tagliare la spesa pubblica di 50 miliardi di euro nel corso dei prossimi tre anni, fermare l’aumento delle tasse nel tentativo di rafforzare la fiducia e gli investimenti.
“La riduzione delle tasse per le imprese dovrebbe ristabilire la fiducia”, ha rimarcato il ministro delle Finanze, Michel Sapin, confermando le previsioni di crescita.
Crescita zero a inizio anno, deboli indicazioni anche su trimestre in corso
A inizio 2014 la crescita dell’economia transalpina si è arrestata dopo che già nella seconda metà dello scorso anno aveva segnato un percorso altalenante di ripresa. Nei primi tre mesi dell’anno il Pil ha segnato una variazione nulla su base trimestrale. A tarpare le ali alla ripresa economica è stata la discesa trimestrale delle spese per consumi (-0,5 per cento) così come quelle per investimenti (-0,9%).
A inizio 2014 la crescita dell’economia transalpina si è arrestata dopo che già nella seconda metà dello scorso anno aveva segnato un percorso altalenante di ripresa. Nei primi tre mesi dell’anno il Pil ha segnato una variazione nulla su base trimestrale. A tarpare le ali alla ripresa economica è stata la discesa trimestrale delle spese per consumi (-0,5 per cento) così come quelle per investimenti (-0,9%).
Indicazioni non positive stanno arrivando anche relativamente al secondo trimestre con l’indice Pmi manifatturiero che è risultato in calo sia a maggio che a giugno scivolando questo mese a quota 47,8 punti dai 49,6 del mese precedente. In calo anche il Pmi servizi a quota 48,2 punti dai 49,1 del mese precedente.