Forte richiesta di oro in risposta ai subprime

In un periodo in cui i mercati finanziari sono ancora alle prese con la crisi del credito, innescata dai mutui subprime questa estate, una risposta positiva a queste turbolenze arriva dall’aumento della richiesta di oro nel terzo trimestre 2007. Secondo quanto rilevato dal World gold council nel terzo trimestre la domanda totale del metallo nobile ha toccato un nuovo record, attestandosi a 20,7 miliardi di dollari, in progresso del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita arrivata grazie soprattutto alla domanda degli investitori, più che dell’industria orafa.
Se è vero che l’incertezza continua a regnare sovrana nelle principali piazze internazionali, come si comportano gli invevestitori? “Appare chiaro – commenta James Burton, amministratore delegato del World gold council – che agli occhi degli occhi degli investitori, che sono sempre più alla ricerca di investimenti sicuri, le caratteristiche dell’oro, considerato ancora uno dei beni rifugio per eccellenza, rimangono molto più appetibili e interessanti in questo periodo di instabilità, in cui continuano a tenere banco i timori inflazionistici e la debolezza del dollaro”.
Un momento positivo per il mercato dell’oro che non si arresterà nel breve periodo. Secondo Burton, l’interesse da parte degli investitori rimarrà forte anche in futuro e che – in scia a una stabilizzazione dei prezzi – i maggiori gioiellieri, che acquistano da Paesi, come India, Cina e Medio Oriente, si adatteranno presto a una base di prezzo più elevata.
In particolare, in India, la domanda di oro in termini di tonnellate ha registrato un calo del 5%. La richiesta è stata forte nei primi due mesi del 2007, è poi diminuita quando è cominciata a settembre la corsa al rialzo del prezzo dell’oro.
In controtendenza, la richiesta è rimasta forte nel Medio Oriente, con un rialzo del 19% in Arabia saudita, del 15% in Egitto.
Oltreoceano la domanda di oro dei gioiellieri ha perso il 13% rispetto al livello degli anni passati a causa dell’impatto del rallentamento dell’economia nella domanda dei beni primari. Combinato con i prezzi elevati del metallo nobile.