Forex: ancora indicazioni negative dai dati macro Usa, euro/dollaro di poco sotto 1,3
Le deludenti indicazioni arrivate dall’indice statunitense che misura gli ordini di beni durevoli, in calo a giugno dell’1%, hanno riportato il cambio euro/dollaro sopra quota 1,30 fino a toccare un massimo di seduta a 1,3041; in questo momento il cross ritraccia a 1,2993. I dati diffusi dal Dipartimento del Commercio hanno evidenziato ordini in calo per il secondo mese consecutivo nonostante il mercato avesse pronosticato un rialzo di 1 punto percentuale. In particolare a soffrire sono gli ordini legati ai trasporti, con un -2,4% dopo il -6,6% di maggio.
Oggi la sterlina, che quota a 1,5607 nel cable (+0,17%, dopo i massimi da 5 mesi nel corso della seduta) e 0,8323 nell’eur/gbp (-0,1%), è stata appesantita dal governatore della Bank of England, Marvin King. King ha provato a stemperare i facili entusiasmi che circondano l’economia d’Oltremanica dichiarando che nonostante il Pil in crescita dell’1,1% non è detto che la crisi sia finita del tutto; secondo King non è ancora il momento di ritirare gli stimoli che in questo momento vanno “modulati, spingendo il piede sull’acceleratore e non sul freno”. In questo momento è necessario “ribilanciare il sistema economico dai consumi, incrementando il tasso di risparmio, alle esportazioni”.
In calo l’aussie, il dollaro australiano. Il deludente +0,6% dell’inflazione nel secondo trimestre, con il dato “core” ai minimi da 3 anni, riduce drasticamente le possibilità di un ulteriore stretta monetaria nel corso del 2010. L’Australia in qualunque caso con il 4,5% ha già il costo del denaro più alto tra i Paesi industrializzati. Il cambio aud/usd quota in calo dello 0,88% a 0,8929; +1% invece per l’eur/aud a 1,4548.
In serata appuntamento con il Beige book della Fed e con la Reserve Bank of New Zealand, che secondo il consenso dovrebbe incrementare il costo del denaro di 25 pb per portarlo al 3%.