Fondi pensione, Covip: nel 2014 sale numero iscritti, ma 1,6 mln sospendono versamenti contributi

Sale il numero degli iscritti alle forme pensionistiche complementari nel 2014, ma sale anche il numero di coloro che sospendono il versamento dei contributi a causa della crisi economica che non molla ancora la presa. Due tendenze messe in evidenza nelle relazione annuale presentata oggi dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) e che fornisce il quadro del settore dei fondi pensioni e delle casse professionali.
Alla fine del 2014 gli iscritti alle forme pensionistiche complementari sono 6,5 milioni (il 29,4% degli occupati). Il sistema dei fondi pensioni è cresciuto del 5,4% in termini di adesioni e del 12% in termini di patrimonio. In particolare, sono aumentate le adesioni individuali a Piani individuali pensionistici (Pip) e fondi aperti e segnali di dinamismo sono stati registrati anche nei fondi negoziali. “Le forme pensionistiche hanno riportato rendimenti positivi – afferma Covip – beneficiando del buon andamento dei mercati finanziari, sostenuti dalle politiche monetarie espansive e dalle migliorate condizioni dell’economia globale”.
Complice la crisi economica, è però cresciuto anche il numero degli iscritti (circa 1,6 milioni) che non versano contributi, con una prevalenza del fenomeno tra le adesioni individuali rispetto alle collettive e tra i lavoratori autonomi rispetto a quelli dipendenti. “Considerando gli iscritti al netto di coloro che hanno interrotto i versamenti contributivi – rimarca Covip – il tasso di adesione rispetto agli occupati è del 22,3%”.
Aumenta il patrimonio
Alla fine del 2014 il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, circa il 12% in più rispetto alla fine del 2013. “Esso rappresenta l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane, precisa la Covip.
Complessivamente gli investimenti destinati all’Italia ammontano a 34,5 miliardi di euro (35% del totale), di cui 28 miliardi sono rappresentati da titoli di Stato. “Se si escludono gli investimenti in titoli dello Stato italiano e la componente immobiliare, la quota di patrimonio che le forme pensionistiche complementari indirizzano verso il nostro Paese è limitata – si legge nella relazione – gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane ammontano a 2,6 miliardi di euro (3% del totale); di questi, 1,8 miliardi si riferiscono a titoli di debito e 0,8 miliardi a titoli di capitale. La quasi totalità è rappresentata da titoli quotati”.
Alla fine del 2014 il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi di euro, circa il 12% in più rispetto alla fine del 2013. “Esso rappresenta l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane, precisa la Covip.
Complessivamente gli investimenti destinati all’Italia ammontano a 34,5 miliardi di euro (35% del totale), di cui 28 miliardi sono rappresentati da titoli di Stato. “Se si escludono gli investimenti in titoli dello Stato italiano e la componente immobiliare, la quota di patrimonio che le forme pensionistiche complementari indirizzano verso il nostro Paese è limitata – si legge nella relazione – gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane ammontano a 2,6 miliardi di euro (3% del totale); di questi, 1,8 miliardi si riferiscono a titoli di debito e 0,8 miliardi a titoli di capitale. La quasi totalità è rappresentata da titoli quotati”.
“La previdenza privata può divenire un’importante ‘leva di governo’ per agevolare la copertura di nuovi bisogni sociali”, ha esortato il presidente della Covip, Francesco Massicci.
Le prospettive del settore: necessità di un “salto di paradigma”
Soffermandosi sulle prospettive dell’intero settore, pur riconoscendo i positivi risultati raggiunti, la Covip chiede ai fondi “un deciso ‘salto di paradigma’ nei processi organizzativi interni; nella capacità di gestire i rischi e di fronteggiare la concorrenza; nell’orientare le politiche di investimento verso un’allocazione più adeguata all’evoluzione del mercato, mantenendo comunque un’offerta ampia e coerente con le finalità previdenziali perseguite; nella ricerca di dimensioni adeguate, che siano funzionali agli interessi degli iscritti”.