Fondi in manovra su Parmalat, il mercato scommette già sul dopo Bondi. Vola il titolo
Parmalat alla riscossa sul paniere principale di Piazza Affari. Il titolo del gruppo di Collecchio, tonico fin dalle prime battute, mostra adesso un balzo di quasi 6 punti percentuali a 2,267 euro. A risvegliare l’attenzione sulla società emiliana ci ha pensato un articolo uscito questa mattina sul Corriere della Sera, secondo cui un gruppo di fondi, che avrebbe già raccolto il 17% del capitale di Parmalat, starebbe preparando una lista in vista del rinnovo del Consiglio, in programma il prossimo aprile, che in sostanza metterebbe alla porta l’amministratore delegato, Enrico Bondi, e l’intero Consiglio di amministrazione.
Nel capitale della public company alimentare detengono oltre il 2% Mackenzie (7,56%), Blackrock (6,82%), Skagen (5,01%), Intesa SanPalo (2,43%) e Norges Bank (2,03%). La strategia dei fondi è sempre la stessa, ovvero quella di spingere il management ad effettuare qualche acquisizione di rilievo. Una richiesta dovuta soprattutto dal notevole flusso di cassa di Parmalat, che si attesta intorno agli 1,4 miliardi di euro.
E così, in assenza di importanti acquisizioni, i soci stranieri hanno chiesto da tempo una politica di dividendi più sostanziosa. Un cambiamento che porterebbe però ad una modifica nello statuto della compagnia, secondo cui il gruppo non può distribuire oltre il 50% dei profitti. Sempre il quotidiano di via Solferino ha rilanciato un’altra indiscrezioni, ovvero la possibile convocazione di un assemblea straordinaria prima dell’appuntamento di aprile, che prevede appunto il rinnovo del Cda.
Il mercato sembra già fiutare il dopo Bondi e questa mattina gli analisti di Exane hanno alzato la raccomandazione su Parmalat a neutral dal precedente underperform, indicando un prezzo obiettivo a 2,30 euro. Secondo gli esperti “un cambio dell’attuale management potrebbe accelerare il processo di ristrutturazione e i nuovi manager potrebbero anche inaugurare un uso più favorevole agli azionisti dell’eccesso di cassa”.