Focus Usa: Fed incerta sul dopo-QE2, oggi mette all’asta i subprime di Aig
Il dibattito si accende in Usa. I membri della Federal Reserve si dividono sulla misure straordinarie da adottare per il futuro, mentre si rinnovano le preoccupazioni sull’ingente debito pubblico. Ieri il segretario del Tesoro ha lanciato un allarme sulla continua crescita dell’indebitamento, che rischia di portare la prima economia mondiale al collasso. Intanto venerdì dovrebbe essere approvata la Finanziaria per l’anno in corso, sempre che i due schieramenti politici, democratici e repubblicani, troveranno un accordo.
Nella riunione del 15 marzo il Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, ha iniziato a discutere di cosa fare una volta terminato, a giungo, l’attuale piano di allentamento quantitativo (QE2) da 600 miliardi di dollari. E da quanto si legge nei verbali diffusi ieri, le idee sono divergenti tra i 12 presidenti regionali. Secondo alcuni membri il miglioramento delle condizioni economiche “potrebbe giustificare il lancio un exit strategy già quest’anno”; secondo altri invece l’attuale politica ultra-espansiva potrebbe essere mantenuta anche “oltre il 2011”. L’impressione degli analisti di Ing, diffusa questa mattina, è che “le minute mostrano lo sforzo di Ben Bernanke di mantenere la Fed unita”.
“L’atteggiamento di Bernanke appare essere più aperto all’ipotesi di aumentare il focus sulla dinamica dei prezzi rispetto a qualche settimana fa – hanno commentato a Mps Capital services – L’evoluzione delle variabili macro e di mercato sarà importante per la decisione in tema di QE”. Della stessa opinione gli analisti di Barclays: “I partecipanti vogliono guardare alle indicazioni macro in arrivo”. Intanto assume sempre più importanza l’appuntamento del Fomc, in agenda il prossimo 27 aprile.
Divisioni evidenti anche intorno al tavolo del Parlamento. I democratici e i repubblicani proseguono il braccio di ferro riguardo la Finanziaria di quest’anno. Se non dovesse trovarsi un accordo tra le parti e il documento di spesa del governo Usa non dovesse essere approvato entro venerdì (il prossimo 8 aprile), si rischia la paralisi del governo federale e la sospensione dei servizi statali, come il pagamento delle pensioni. “Gli Stati Uniti rischiano un arresto governativo”, avvertono gli analisti di Société Générale. Una possibilità che spaventa l’opinione pubblica del Paese, che, secondo gli ultimi sondaggi, tende ad appoggiare i democratici. Il tasto dolente della spesa pubblica rimane al centro del dibattito. Il partito repubblicano all’opposizione ha proposto un drastico piano di riduzione della spesa per quasi 6mila miliardi di dollari da attuare in dieci anni con considerevoli tagli alla voce sanità pubblica.
Il segretario del Tesoro, Timothy Geithner, spinge intanto verso un immediato innalzamento del tetto per l’indebitamento. Nel suo discorso, tenuto alla sottocommissione Stanziamenti del Senato, Geithner ha rilanciato l’allarme: non alzare il tetto sarebbe “catastrofico” e “metterebbe a rischio la fiducia mondiale degli Stati Uniti”. La mossa sarebbe la sesta negli ultimi quattro anni. Il debito pubblico americano ha raggiunto i 14.216 mila miliardi di dollari, attestandosi solo 78 miliardi sotto al tetto fissato a 14.294 mila miliardi di dollari. Cifre che fanno temere il sorpasso entro un mese. Gli analisti di Société Générale stimano che già ad aprile la Fed potrebbe superare il tetto per l’indebitamento.
Occhi puntati anche per l’appuntamento previsto oggi. La Federal Reserve ha infatti fissato un’asta di titoli subprime di Aig, il colosso assicurativo sul baratro del fallimento che venne salvato dallo Stato due anni fa circa. La tranche messa in vendita ammonta a circa 1,5 miliardi di dollari. Un valore che rappresenta circa il 5% degli asset di Aig rilevati dalla Fed. L’operazione rientra in un nuovo piano, chiamato Talf (Term of asset backed securities loans facility). I vertici di Aig avrebbero già fatto sapere la loro disponibilità a sottoscrivere parte di questi titoli.