Fmi abbassa stime sull’Asia, area rimane molto esposta a shock provenienti da Europa e Usa
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Taglio delle stime sull'area asiatica da parte del Fondo Monetario Internazionale che vede quest'anno la crescita dei Paesi asiatici attestarsi al 5,4%, lo 0,6% in meno rispetto a quanto previsto ad aprile. Le nuove stime per il 2013 sono di un +5,9% rispetto al +6,6% indicato la scorsa primavera. Nei primi 6 mesi dell'anno la crescita è diminuita complice soprattutto il rallentamento di Cina e India. "La crescita è destinata a salire in modo molto graduale - rimarca il Regional Economic Outlook del Fmi - con l'Asia destinata comunque a rimanere il leader della crescita globale espandendosi il prossimo anno di oltre due punti percentuali più velocemente rispetto alla media mondiale". Principali fattori di rischio secondo l'istituto di Washington sono i possibili shock provenienti da Europa o Stati Uniti poiché i due terzi dell'export dei Paesi emergenti dell'Asia è legato proprio a Europa e Usa. Il Fmi quantifica in una possibilità su sette la possibilità che la crescita asiatica nel 2013 scenda sotto il 4%, livello a cui era discesa nel 2009 a seguito degli effetti globali del crac Lehman Brothers.