Finmeccanica-Drs: dalla Gran Bretagna ipotesi di una svolta a breve
Finmeccanica è in manovra negli Stati Uniti. L’obiettivo sarebbe quello di provare a entrare nel cuore della difesa americana. È da ieri mattina che, in maniera sempre più insistente, si inseguono le voci secondo le quali il gruppo aerospaziale romano sarebbe in trattativa per acquisire la statunitense Drs Technologies, la società del New Jersey produttrice di sistemi elettronici militari e fornitrice delle forze armate Usa. E stando a quanto pubblicato dal Financial Times, che cita fonti vicine al negoziato, i tempi sono stretti: il deal potrebbe, infatti, essere chiuso già la prossima settimana.
Le prime indiscrezioni sull’operazione erano apparse sul Wall Street Journal. Il quotidiano finanziario aveva precisato di non essere in possesso dei dettagli sull’acquisizione, anche se grazie ai rumors raccolti aveva parlato di un prezzo superiore almeno al 25% della capitalizzazione di Drs Technologies. Ieri, però, quest’ultima sospinta dalla speculazione è letteralmente schizzata verso l’alto a Wall Street e ha archiviato le contrattazioni con un rialzo superiore ai 15 punti percentuali a 73, 89 dollari ad azione, anziché circa 63 dollari prima della diffusione delle voci.
Le due società hanno reagito in maniera differente alle indiscrezioni di questi giorni. Se Finmeccanica si è affrettata a rilasciare un secco “no comment”, Drs Technologies ha, invece, confermato che sono in corso trattative che “prevedono una possibile transizione strategica. Anche se non esiste alcuna garanzia che questi accordi siano raggiunti. La compagnia non aggiungerà ulteriori commenti per il momento”, conclude Drs nel comunicato diffuso ieri.
Una mossa che permetterebbe al gruppo guidato da Pierfrancesco Guarguaglini di diventare uno dei principali gruppi fornitori dell’esercito statunitense. La società a stelle e strisce fondata nel 1968 rappresenta un’occasione ghiotta per il gruppo italiano. Lo confermano i dati dello scorso anno quando ha incassato circa 2,8 miliardi di dollari (+63%). un risultato che le ha spalancato le porte “top 20” dei produttori del settore della difesa americano.