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Fiducia degli investitori in calo nel mese di gennaio

27 Gennaio 2016 07:41
 
Dopo il recupero del 2015, l‘indice globale ICI (Investor Confidence Index), cioè l’indicatore che misura la fiducia degli investitori, è sceso a gennaio a quota 108,8 punti, pari a -1,7 punti rispetto al mese di dicembre. Il calo della fiducia è stato guidato da una diminuzione in Nord America (da 110,5 a 108,8), in Asia (con un calo di 1,5 punti al livello 102,9) e anche in Europa, dove ha segnato una contrazione di 0,1 punti portandosi a quota 103,4. “Abbiamo assistito a uno scenario senza precedenti sui mercati azionari di tutto il mondo – ha commentato Jessica Donohue, executive vice president e chief innovation officer di State Street Global Exchange – I prezzi del petrolio in caduta, una reazione al rallentamento della domanda a fronte di un eccesso di offerta, e le dinamiche di crescita in evoluzione in Cina hanno spazzato via la fiducia degli investitori negli ultimi mesi“. 

Corrente ribassista

L’Indice di fiducia degli investitori, sviluppato da Kenneth Froot e Paul O’Connell di State Street Associates, la società di ricerca e servizi di consulenza di State Street Global Exchange, misura la fiducia degli investitori o la loro propensione al rischio analizzando l’effettivo acquisto e vendita di modelli da parte degli stessi investitori istituzionali. L’indice Ici – che si differenzia da misure basate su sondaggi in quanto si basa su attività reali e non pareri di investitori istituzionali – assegna un significato preciso alle variazioni delle scelte operate dagli investitori nei confronti della propensione al rischio: il valore 100 è neutrale, cioè è il livello in cui non sono né in aumento né in diminuzione le allocazioni a lungo termine per attività rischiose degli investitori.
I timori relativi all’indebolimento della crescita cinese e il crollo dei mercati petroliferi hanno indotto gli investitori istituzionali a credere che la capacità di spesa addizionale dei consumatori in Paesi non produttori di commodity possa rendere ancora più decisa questa ripida e improvvisa corrente ribassista piuttosto che rappresentare un’opportunità di acquisto“, è il commento di Ken Froot di State Street Associates .