Fiat: titolo e analisti incerti dopo l’incontro di Marchionne con il Governo
Fiat alla prova del mercato dopo l’incontro di sabato con il Governo. Il titolo sul Ftse Mib rimane cauto e rimane sul filo della parità a quota 4,492 euro.
Il Lingotto, nella nota diramata due giorni fa aveva spiegato la sua intenzione di “riorientare il proprio modello di business in Italia in una logica che privilegi l’export, in particolare extra-europeo“, manifestando la “piena disponibilità a valorizzare le competenze e le professionalità peculiari delle proprie strutture italiane, quali ad esempio l’attività di ricerca e innovazione”.
Gli investimenti arriveranno al momento giusto e, per maggiori dettagli su questo punto, bisognerà con ogni probabilità attendere il Cda dell’azienda piemontese in programma il prossimo 30 ottobre. Fiat infatti “ha confermato la strategia a investire in Italia, nel momento idoneo, nello sviluppo di nuovi prodotti per approfittare pienamente della ripresa del mercato europeo”.
La strategia principale del Lingotto è quella di lavorare appieno all’integrazione tra le piattaforme di Fiat e di Chrysler. Dopo aver ricordato i 5 miliardi di euro di investimenti realizzati in Italia negli ultimi tre anni, Fiat ha espresso il suo apprezzamento “per l’azione del Governo che ha giovato alla credibilità dell’Italia e ha posto le premesse, attraverso le riforme strutturali, per il miglioramento della competitività, oltre che per un cambiamento di mentalità idoneo a favorire la crescita”.
Sull’argomento è intervenuto oggi il presidente del Consiglio, Mario Monti. Dalla conferenza Ocse tenutasi a Roma, il premier ha assicurato che non sono state chieste concessioni finanziarie e che, anche se fossero state chieste, non sarebbero state accolte. Inoltre Monti ha invitato tutte le parti in causa a coinvolte a considerare il vertice di due giorni fa come una grande scommessa. Obiettivo ora è la salvaguardia del Lingotto in Italia e del suo patrimonio di ricerca.
Incerti e delusi gli analisti oggi. Equita parla di soluzioni “sub-ottimali” rispetto alla razionalizzazione della capacità produttiva. Intermonte rileva che l’indicazione di perdita operativa in Europa data a 700 milioni di euro nel 2012 è sì migliore delle proprie stime ferme a 820 milioni di euro ma l’esito dell’incontro non ha portato a novità significative sulle strategie europee del gruppo. Il broker sottolinea che ulteriori ritardi negli investimenti porteranno ad un ulteriore calo della quota di mercato della società nel Vecchio Continente. Anche Mediobanca non rileva particolari novità dall’incontro. Il supporto istituzionale, a detta della banca d’affari milanese, potrebbe essere minimo dato il vincolo di bilancio e le priorità più alte che deve affrontare l’esecutivo.