Fiat scivola in Borsa, analisti vedono troppi rischi nella nuova strategia. Spaventano debito, investimenti e mercato Ue
Fiat replica lo scivolone di ieri a Piazza Affari. Non è bastato un utile più che raddoppiato, un trading profit di quasi 1 miliardo di euro e la promessa di Marchionne di non chiudere nessuno stabilimento italiano. Anzi, di provare a rilanciarli attraverso i modelli di alta gamma, come Alfa Romeo e Maserati. Il mercato si è concentrato maggiormente sulla debolezza del settore automobilistico europeo e sulla revisione dei target per il periodo 2013-2014, mentre gli obiettivi di quest’anno sono stati confermati nella parte inferiore della forchetta indicata nel corso dell’Investor Day del 2010.
In Borsa sembra di vedere un film già visto: ieri -4,66%, oggi una flessione di circa il 4% a 3,774 euro. In mattinata sono infatti arrivati i giudizi non teneri delle più importanti case d’affari. I downgrade sono arrivati da Mediobanca, che ha portato il giudizio a neutral da outperform, e da Natixis, che ha ridotto la raccomandazione a reduce da neutral. “Il rischio/rendimento non è attraente nell’attuale scenario”, scrivono gli esperti di piazzetta Cuccia che sottolineano come la nuova strategia aumenta i rischi.
Un’altra nota dolente, sottolineata da Morgan Stanley, è l’aumento del debito. Il broker Usa, che conferma il suo giudizio underweight sul titolo con target portato a 3,50 euro, spiega che “il debito netto non è visto in miglioramento prima del 2015 e Marchionne ha confermato la nostra view che mancano sufficienti capitali per acquisire tutte le minorities di Chrysler”. Questo, detta di Morgan Stanley, cancella la “bull story” almeno fino alla fine del 2014.
La nuova strategia, focalizzata sullo sfruttamento dei marchi di alta gamma, “è lunga, non senza rischi e costosa”, commenta Equita che riduce il rating del Lingotto a hold dal precedente buy. Gli investimenti previsti per il 2013-2014 sono in media pari a 8,5 miliardi di euro, circa il 10% delle vendite, e 2 miliardi sopra le stime della sim milanese. “Facciamo fatica a prevedere un chiaro miglioramento del free cash flow perfino nel 2014”, scrive Equita nella nota odierna.