Notizie Notizie Italia Fiat: questione recesso tiene sotto pressione il titolo, sul banco la riuscita della fusione con Chrysler

Fiat: questione recesso tiene sotto pressione il titolo, sul banco la riuscita della fusione con Chrysler

5 Agosto 2014 13:41

L’incognita recesso tiene sotto pressione il titolo Fiat a Piazza Affari che, dopo essere stato anche congelato dagli scambi, mostra un ribasso di circa il 4% a 6,79 euro. La scorsa settimana l’assemblea degli azionisti Fiat ha approvato la fusione con Chrysler dando vita a Fiat Chrysler Automobiles (Fca), la nuova società che avrà domicilio fiscale in Gran Bretagna e sede legale in Olanda. Il via libera alla fusione dovrà però superare un ultimo step: se il Lingotto sborserà oltre 500 milioni di euro agli azionisti che decidono di esercitare il recesso l’opzione put in mano al mercato decade. In poche parole salterebbe la fusione tra Torino e Detroit.

A livello puramente teorico tutto è possibile. Gli azionisti che non hanno votato a favore della fusione potranno esercitare il diritto di recesso da oggi fino al 20 agosto. Teoricamente circa 700 milioni di azioni hanno il diritto di chiedere il recesso, il cui prezzo è fissato a 7,7 euro per azione: le 100 milioni di azioni che in assemblea hanno espresso voto contrario alla fusione con Chrysler, i 3 milioni di titoli i cui possessori si sono astenuti e tutto il capitale che non ha partecipato all’assemblea.
 
Di tutte queste azioni basterebbe che solo 65 milioni di azioni esercitassero il recesso che il Lingotto dovrà sborsare la cifra fatidica dei 500 milioni di euro. Se per ipotesi tutti coloro che hanno votato no alla fusione in assemblea chiedessero di esercitare il diritto di recesso a 7,70 euro, il gruppo torinese sarà costretto a sborsare oltre 700 milioni di euro. Inevitabile che in queste condizioni sul mercato iniziassero a circolare subito indiscrezioni.

E proprio questa mattina i rumors parlavano di un significativo numero di dichiarazioni per esercitare il diritto di recesso già arrivate a Torino. Voci che hanno destabilizzato il titolo che ha recuperato in parte le perdite dopo la secca smentita del Lingotto: “tale voce è destituita di ogni fondamento”. Fiat, nella nota, ha inoltre spiegato che “il termine per l’esercizio del diritto di recesso decorre da oggi e Fiat non ha ricevuto alcuna dichiarazione di esercizio del diritto di recesso”.