Fiat: Jaguar e Land Rover possono attendere
L’idea c’era e c’erano anche in atto i colloqui. La storia di successo del turnaround di Fiat era vicina al vedere completato un nuovo importante capitolo. L’acquisizione di due marchi del lusso da Ford: Jaguar e Land Rover. Due acquisizioni leggibili non come capricci, ma come tessere di un mosaico che Sergio Marchionne sta sapientemente costruendo a Torino. Le automobili del Giaguaro, simbolo di eccellenza e sportività, da schierare al fianco del mito Ferrari e di un’Alfa Romeo destinata a coprire uno dei segmenti più proficui del mercato automobilistico odierno. Tre marchi che avrebbero costituito la parte alta della gamma Fiat. E Land Rover, altro storico marchio britannico ceduto poi alla casa costruttrice di Detroit, specializzata in automobili da fuoristrada di alto livello, che avrebbe coperto una delle maggiori lacune dell’offerta Fiat degli ultimi anni, i Suv.
Non se n’è fatto niente, ma non è detto che l’opportunità non si ripresenti nel prossimo futuro. Per il momento, secondo le anticipazioni di Automotive News Europe, il Lingotto non vuole mettere a rischio il ritorno dell’indebitamento al livello di “investment grade” nel corso del prossimo inverno. Dopodichè Fiat avrà maggiore libertà di azione, qualche soldo da spendere e le idee ben chiare del suo amministratore delegato che in occasione dell’assemblea dei soci del 6 aprile scorso non ha lasciato dubbi sulle potenzialità di Torino: “E’ improbabile che tra ora e il 2010 il gruppo non acquisti qualche cosa per rafforzare la sua posizione strategica” aveva dichiarato. Strategia ben visibile nel progetto di acquisizione di Jaguar e Land Rover le quali figurano sulla possibile lista di cessioni di Ford dopo la vendita di Aston Martin.
Se ne riparlerà prossimamente. Per il momento Marchionne va a Est. L’alleanza di Fiat con la cinese Chery è infatti in rampa di lancio ed è prevista una visita dell’ad del Lingotto a Pechino. Anche in questo caso il filo strategico è ben evidente. Fiat aveva trascurato la Cina anche a causa di un’alleanza risultata fallimentare con il produttore Nanjing. Ora la Chery produrrà anche automobili per il mercato europeo, automobili le cui idee nasceranno però a Torino. Come la Fiat 500 che già prima di esordire nei concessionari italiani (il suo arrivo è atteso per il mese di luglio) è diventata oggetto di culto con richieste che già superano il mese di produzione.
E’ una Fiat che, come ha rimarcato Marchionne in un’intervista a un quotidiano nazionale, ha il diritto di stare tra i tre o quattro maggiori player mondiali del settore.