Fiat ai ferri corti con il Governo dopo annuncio blocco produzione. Titolo ancora in caduta
Si allontanano ulteriormente le posizioni tra Governo e Fiat dopo che la casa torinese ieri ha annunciato la chiusura di tutti gli stabilimenti per due settimane a cavallo tra febbraio e marzo. Decisione dettata dal forte calo degli ordini nelle prime settimane del 2010 a seguito della cessazione degli incentivi alla rottamazione, ma che il Governo non ha accolto con favore. “Gli incentivi sono un nodo che riguarda non solo Fiat, ma tutte le case automobilistiche”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, intervenuto oggi a SkyTg24. “Questa rapidità di decisione della Fiat di avviare la cassa integrazione per tutti gli stabilimenti mi pare una decisione non opportuna – ha detto Scajola -. Non lo sapevamo e rende tutto più difficile”. A rincarare la dose è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporto, Altero Matteoli, che ha definito la mossa di Fiat “una specie di ricatto”. Termine ricatto usato in giornata anche da Raffaele Bonanni, segretario della Cisl: “Qualcuno lo chiamerebbe ricatto”. Matteoli ha poi rimarcato che è nell’interesse di Fiat, del Governo e di tutto il Paese trovare il modo di riallacciare le trattative, “ma non ci possiamo mettere seduti con la spada di Damocle della cassa integrazione in tutti gli stabilimenti italiani”.
Ieri Fiat ha annunciato la chiusura di tutti gli stabilimenti del gruppo per 2 settimane. Così 30.000 lavoratori andranno in cassa integrazione dal 22 febbraio al 5 marzo. Dal quartier generale del Lingotto hanno fatto sapere che “la cassa integrazione è da mettere in relazione all’andamento degli ordini del mese in corso con un drastico ridimensionando ad un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell’anno scorso, quando il mercato era in grave crisi”.
Il Governo, insieme ai sindacati, è da diverso tempo in trattativa con Fiat in merito alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, oltre che sulla possibilità del rinnovo degli incentivi per il mercato auto nel 2010. Sergio Marchionne, numero uno di Fiat, aveva rimarcato che il 2010 sarà un anno ancora difficile per l’auto con mercato visto in calo del 12% e destinato a scendere di un ulteriore 4% in caso di assenza di incentivi con volumi in calo del 20% in Italia.
Oggi a Piazza Affari il titolo Fiat ha ceduto il 4,86% scivolando a quota 9 euro, livello che non vedeva da inizio ottobre.