Fiat: accordo separato su Pomigliano, decisivo il referendum del 22 giungo
L’accordo sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco non è unanime. A opporsi, come già annunciato lo scorso venerdì, è stata solamente la Fiom, la sigla sindacale che raccoglie i metalmeccanici della Cgil. Ieri è arrivato il “no” definitivo mentre le altre organizzazioni (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) hanno sottoscritto l’intesa con il gruppo torinese. La palla adesso passa ai 5.200 dipendenti dell’impianto campano, che martedì 22 giugno saranno a chiamati ad un referendum decisivo per la sopravvivenza della fabbrica napoletana.
“Se non passa il sì al referendum, la Panda non arriverà a Pomigliano”, è il monito lanciato dal segretario della Uilm, Rocco Palombella. In pratica, la vittoria del “sì” sbloccherebbe di fatto i 700 milioni di euro di investimenti promessi dal Lingotto per lo stabilimento di Pomigliano. E di conseguenza il trasferimento della produzione della nuova Panda dalla Polonia all’impianto campano. In caso contrario, i 700 milioni verranno dirottati probabilmente sullo stabilimento polacco di Tychy.
Il rifiuto della Fiom all’accordo nasce dalle condizioni imposte dalla Fiat. Il gruppo torinese ha già fissato gli ambiziosi target per Pomigliano: 280 mila auto all’anno, 1.052 vetture al giorno. Per raggiungerli, la giornata sarà caratterizzata da 24 ore lavorative divise in tre turni di 8 ore. Ogni operario dello stabilimento campano avrà una settimana di 6 giorni lavorativi e una di 4 giorni.
Un altro punto di contrasto ruota intorno agli straordinari: Fiat potrà chiedere 80 ore di straordinario a testa senza preventivo accordo sindacale. Infine resta la questione dell’assenteismo anomalo. Per combatterlo, il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha dichiarato che se il tasso dovesse superare di molto la media, verranno meno le retribuzioni ai periodi di malattia durante quel periodo.
A Piazza Affari il titolo Fiat, dopo un inizio positivo, ha virato al ribasso seguendo l’andamento dell’indice di riferimento. Al momento l’azione cede l’1,18% a 9,21 euro. Ieri intanto sono stati resi noti i dati sulle immatricolazioni europee nel mese di maggio. Dati che hanno confermato la frenata del mercato delle quattro ruote: -8,7% complessivo e -22,7% per Fiat Group, che ha visto scendere la propria quota al 7,8%.