Ferrari non si sbottona su nuovo ceo e fatica a carburare dopo conti e guidance 2021, YTD è il secondo peggior titolo del Ftse Mib

Il mercato sta passando al setaccio i risultati finanziari 2020 di Ferrari, in linea con la guidance della società e sostenuti dal positivo andamento dell’ultimo trimestre 2020. Reazione contrastata del titolo che dopo una mattinata in territorio positivo ha imboccato la strada ribassista (con la pubblicazione dei conti e della guidance ) e ora mostra un nuovo recupero con ribassi contenuti intorno allo 0,25% in area 175,9 (ancora però lontano dai massimi intraday toccati in area 181,9).
Per Ferrari è stato un inizio d’anno in salita in Borsa: da inizio 2021 è stato il secondo peggior titolo del Ftse Mib segnando un -6,4%, alle spalle di Inwit che è il peggiore con -10,3 per cento.
I numeri del 2020
Nel dettaglio, il gruppo di Maranello ha chiuso il 2020 con ricavi netti pari a 3.460 milioni di euro, in calo dell’8,9% a cambi costanti, mentre le consegne hanno subito una contrazione del 10% a quota 9.119 unità “a seguito della sospensione produttiva di sette settimane nel primo semestre 2020 e della temporanea chiusura dei concessionari a causa della pandemia da Covid-19″. Il 2020 è stato poi archiviato con un Ebitda che è sceso del 10% a 1.143 milioni (con un margine dell’Ebitda al 33%), mentre l’Ebit è stato pari a 716 milioni, con un calo del 21,9% rispetto al 2019. Cali a doppia cifra anche per l’utile netto per l’esercizio che è scivolato a 609 milioni (-12,9%) e nel corso dell’esercizio l’utile diluito per azione si è attestato a 3,28 euro rispetto ai 3,71 euro nell’esercizio precedente. L’utile netto adjusted, pari a 534 milioni al netto del beneficio fiscale non ricorrente, corrisponde a un utile diluito rettificato per azione di 2,88 euro. Nell’esercizio 2020 il free cash flow industriale è risultato pari a 172 milioni. “Risultati 2020 superiori alla guidance per tutte le metriche sostenuti da un quarto trimestre record”, si legge nella nota di Ferrari.
Osservando solo i risultati dell’ultimo trimestre del 2020, l’utile netto è balzato del 58% a 263 milioni di euro, mentre il risultato netto adjusted si è attestato a 188 milioni rispetto ai 166 milioni del quarto trimestre 2019. I ricavi netti sono invece saliti del 15% a 1.069 milioni.
La guidance 2021 “punta a un forte recupero”
Ferrari ha presentato anche sulla guidance per il 2021 che “punta a un forte recupero”. Nel dettaglio, il Cavallino Rampante si attende ricavi netti pari a circa 4,3 miliardi di euro (3,8 miliardi nel 2019 e 3,46 miliardi nel 2020), un dato di poco superiore ai 4,18 miliardi indicati dal consensus Bloomberg. L’Ebitda adjusted, ovvero al netto delle poste non ricorrenti, è visto tra 1,45 e 1,5 miliardi (consensus Bloomberg a 1,48 miliardi), con l’Ebit rettificato che dovrebbe attestarsi tra 0,97 e 1,02 miliardi, mentre l’Eps diluito adjusted tra 4 e 4,2 euro. “Guidance 2021, a condizione che l’operatività non sia impattata da ulteriori restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19”, sottolinea la Rossa di Maranello presentando le nuove stime per l’anno appena iniziato.
Nessuna novità, invece, sul fronte del nuovo amministratore che prenderà il posto di Louis Camilleri che lo scorso dicembre ha comunicato la sua decisione, per motivi personali, di rassegnare le dimissioni. Il presidente esecutivo della Ferrari, John Elkann, ha assunto la carica di amministratore delegato ad interim, mentre il consiglio di amministrazione gestirà il “processo già avviato di identificazione del successore Camilleri”. Secondo alcune indiscrezioni stampa, la ricerca della società si sarebbe concentrata su alcuni potenziali candidati: Marco Bizzarri (a.d. di Gucci), Stefano Sassi (ex ceo di Valentino) e Hans Hoegstedt (a.d. di Tom Dixon).
Il punto tecnico (analisi a cura dell’ufficio studi di FOL)
Ferrari prosegue la fase di correzione avviata dopo aver toccato il massimo storico il 4 gennaio a 191,3 euro. La debolezza ha portato il titolo al test del supporto chiave a 169 euro e da qui è partito un tentativo di rimbalzo che però si è andato a infrangere contro la resistenza a 178,5 euro. Solo il superamento di tale livello accompagnato da volatilità e volumi darebbe un segnale positivo con target 186 e 191,3 euro, i massimi storici. Al ribasso, invece, la rottura del supporto chiave a 169 euro confermerebbe la fase di correzione in atto con possibili discese verso 160 euro, area di prezzo dove passa la media mobile 200 periodi e il ritracciamento di Fibonacci del 38,2% di tutto l’uptrend avviato a marzo 2020, e poi 151 euro.