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Ferrari, quanto vale il cavallino rampante

9 Febbraio 2007 14:40

Il valore di Ferrari, la famosa casa automobilistica di Maranello, è in crescita ma all’orizzonte non manca qualche nube. Il giudizio è stato espresso dagli analisti della banca d’affari Morgan Stanley, che al cavallino rampante hanno dedicato un lungo report analizzando la società come se fosse indipendente dal gruppo Fiat. E proprio l’analisi di Ferrari, come società a sé, è l’aspetto più interessante del report. Fiat oggi controlla ancora l’85% del capitale (dopo aver ricomprato da Mediobanca il 28,63% delle azioni), mentre la restante parte è nelle mani di Piero Ferrari -figlio di Enzo Ferrari – che detiene il 10%, e di Mubadala che ha in pancia un 5%.


Secondo Morgan Stanley oggi la società ha un valore di 4 miliardi di euro, una cifra che rappresenta il 20% circa dell’intera capitalizzazione di Borsa del gruppo Fiat. Una quota di tutto rilievo, che pone il problema di come gestire in futuro questa posizione. Archiviata senza data l’ipotesi di quotare in Borsa la società, il cui progetto era nato in un momento nel quale la casa automobilistica di Torino cercava disperamene liquidità, ora gli analisti si chiedono quale sarà il futuro di Ferrari a livello societario.


 


Morgan Stanley però giudica di passaggio questo momento. Infatti Ferrari, dopo gli ottimi risultati di vendite registrati negli scorsi anni, potrebbe andare incontro a una flessione nel 2007-2008. La previsione elaborata dalla banca d’affari è di un calo dell’5,5% per il 2008.


Una fase dovuta all’attesa della presentazione di nuovi modelli e al nodo sulla possibilità dell’arrivo sul mercato di una Ferrari dal prezzo più abbordabile. Il marchio del cavallino rampante produce e vende circa 6mila pezzi all’anno -sono stati 5.838 nel 2006 in crescita dell’8,1% rispetto al 2005 – mentre altri marchi di lusso come Bentley e Porsche riescono a fare meglio. Per Porsche, a lungo considerata la più profittevole al mondo, la motivazione risiede in un’offerta di modelli per tutte le tasche con un prezzo entry-level inferiore ai 60mila euro. Resta però il caso di Bentley, il cui successo commerciale degli ultimi modelli ha fatto esplodere le vendite e la valorizzazione della società. Bentley, che fa parte del gruppo Volkswagen, ha visto salire il proprio valore da 72 milioni di euro a 1,7 miliardi di euro in soli due anni.


Questo spiega perché Morgan Stanley valuta come prioritario il rinnovamento della gamma, senza escludere la possibilità dell’introduzione di un modello dal costo più abbordabile (Morgan Stanley ipotizza il suo arrivo nel 2009), che faccia diretta concorrenza alla Porsche 911, alla Audi R8 e all’Aston Martin V8.


 


Ora Ferrari vende tre modelli di riferimento, con due diverse famiglie di motori. Con motore V8 c’è la F430 (anche in versione spider), che nel 2007 dovrebbe rappresentare il 70% delle vendite. Con motore V12 invece ci sono la 612 Scaglietti e la 599 GTB Fiorano, che vantano ognuna circa 800 modelli venduti all’anno. Ma proprio questi ultimi due modelli dovrebbero, secondo gli analisti, essere responsabili del calo di vendite in attesa di nuovi modelli.


 


Ferrari però resta, sempre secondo Morgan Stanley, la casa automobilistica che oggi garantisce il ritorno con i migliori margini, con vendite per 1447 milioni di euro, davanti a Bentley (1290 milioni), Porsche ( 720 milioni) e Aston Martin (653 milioni).


I manager di Ferrari hanno preferito finora non commentare le indiscrezioni sull’arrivo di questo modello di minor costo, che potrebbe chiamarsi Dino o California mutuando il nome da due modelli famosi del passato. Secondo gli stessi manager questo compito potrebbe essere assolto senza difficoltà dal marchio Maserati, a sua volta impegnato un una fase di rilancio dei modelli finora prodotti.  Le previsioni della società parlano di una crescita superiore al 50% per il duo Ferrari-Maserati, che dovrebbe portare entro il 2010 i ricavi a quota 3 miliardi di euro.