Ferrari fuori giri a Piazza Affari, mercato non digerisce conti 1° trimestre
Ferrari scende del 5,12% dopo la pubblicazione dei risultati record del primo trimestre, che secondo RBC Capital sono in linea con le aspettative, aggiungendo che la società ha mantenuto la sua guidance per il 2022. Nonostante le tante problematiche per il settore automobilistico non si arresta la crescita per Ferrari che ha chiuso il primo trimestre del 2022 con una crescita a doppia cifra.
Nei primi tre mesi del 2022 sono state consegnate 3.251 unità con una crescita del 17,3% (o di 480 unità) rispetto al primo trimestre del 2021. Le consegne del trimestre sono state trainate dalla Ferrari Roma e dalla famiglia delle SF90, insieme con la Portofino M. Le consegne trimestrali hanno rispecchiato le scelte di allocazione geografica in risposta alla congestione dei porti riscontrata nei primi mesi dell’anno. Di conseguenza, la regione EMEA ha avuto un aumento del 19,5% delle consegne, mentre le Americhe hanno subito una flessione del 12,8%. Spicca l’incremento del 46,9% delle consegne in Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan.
I ricavi netti della casa di Maranello sono risultati essere pari a 1,186 miliardi di euro (+17,3% rispetto al primo trimestre 2021); questo grazie ad un aumento del 18,3% dei ricavi derivanti dalla vendita di automobili e parti di ricambio.
L’Ebitda è stato pari a 423 milioni di euro, leggermente al di sotto del consensus degli analisti di 425 milioni di euro, ma in aumento del 12,5% rispetto all’anno precedente; con un margine dell’Ebitda pari al 35,6%. La variazione positiva è dovuta principalmente al contributo derivante dal mix prodotti più ricco, grazie alla famiglia SF90 e alle personalizzazioni.
Il cavallino rampante ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile netto pari a 239 milioni di euro, in aumento del 16,4% rispetto all’anno precedente con un utile diluito per azione pari a 1,29 euro.
Molto forte la generazione di free cash flow pari a 299 milioni di euro, trainata dall’Ebitda e dall’incasso degli anticipi per la Daytona SP3 e per la 812 Competizione A.
Al 31 marzo 2022 è stato registrato un indebitamento industriale netto pari a 136 milioni di euro, in calo rispetto ai 297 milioni di euro del 31 dicembre 2021. Infine, al 31 marzo 2022 la liquidità complessiva disponibile è risultata essere di 2.162 milioni di euro.
Il 13 aprile 2022 l’assemblea degli azionisti ha approvato la proposta di distribuire un dividendo di 1,362 euro per azione e sarà posto in pagamento il 6 maggio 2022.
Ferrari ha confermato le sue previsioni per l’anno fatte tre mesi fa, inclusa una per un EBITDA rettificato compreso tra 1,65 e 1,70 miliardi di euro.
Potenziale Upside del 12,3%
Guardando al consensus su Bloomberg vediamo come il 39,1% degli analisti che seguono il titolo hanno una visione rialzista (Buy), in 9 dicono di mantenere il titolo in portafoglio mentre in 5 hanno una visione ribassista su Ferrari. Il target price a 12 mesi è pari a 222 euro, il che implica un rendimento potenziale del 12,3% rispetto alla quotazione attuale sulla Borsa di Milano.
“Il primo trimestre è contraddistinto da un livello record di ricavi, EBITDA e free cash flow industriale, quest’ultimo quasi raddoppiato a circa 300 milioni di Euro, grazie in particolare all’incasso degli anticipi sulla Daytona SP3. ha commentato l’amministratore delegato Benedetto Vigna.
Il punto tecnico:
Graficamente il quadro tecnico di Ferrari è in via di indebolimento, in particolare dopo il test odierno, subito respinto dal mercato della trendline ribassista costruita da fine 2021 e confermata anche ad aprile di quest’anno. Ora i prezzi hanno tagliato al ribasso anche la media mobile a 200 periodi e in caso di prosecuzione della debolezza i prossimi livelli di supporto che potrebbero sorreggere i prezzi sono prima a quota 192 euro. Potrebbe essere pericolosa una flessione dei prezzi sotto il supporto a 188 euro che potrebbe favorire un allungo verso i 176 euro. Al rialzo oltre alla resistenza data dalla media mobile a 200 (a 201 euro) e alla trendline ribassista, le resistenze statiche si trovano prima a 206 euro e poi a 213 euro ad azione.