News Notizie Italia FederPetroli Italia: uno sbaglio vendere quote di Eni, la politica energetica nazionale va ripresentata

FederPetroli Italia: uno sbaglio vendere quote di Eni, la politica energetica nazionale va ripresentata

Pubblicato 25 Novembre 2013 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:14
Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri sull'ondata delle partecipazioni dello Stato e privatizzazioni di alcune aziende pubbliche contenute nella Legge di Stabilità, oggi interviene Michele Marsiglia, Presidente della FederPetroli Italia.

"In Italia continuiamo a viaggiare in controtendenza, l'Eni è un gioiello e rappresenta il gioiello energetico per l'Italia, Eni è l'Italia ed invece, si inizia a svendere per fare cassa. L'Eni non va svenduta, vanno dismessi e semmai ceduti alcuni asset non più strategici e redditizi, acquisendone altri più remunerativi o dove si è già focalizzato un piano di investimento", incalza Marsiglia, evidenziando come "non si capisce che un'azienda energetica di Stato rappresenta una fonte principale di ricchezza interna".

Secondo il numero uno di FederPetroli Italia "l'energia da petrolio, gas o altre forme, è un bene comune importante e stategico e questo non è il momento di fare cassa immediata toccando le risorse più produttive, per poi trovarsi fra qualche anno in situazione di default nazionale, operazioni di buy-back in questo momento non danno equilibrio alla linea politica ed economica".

FederPetroli Italia anticipa anche i prossimi passi strategici in materia di politica energetica nazionale. "Con l'inizio del nuovo anno chiederemo alla X Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, la possibilità di una nuova indagine conoscitiva in merito alla definizione di una Politica Energetica Nazionale, incisiva e ben delineata", annuncia Mariglia, anticipando come saranno "esposte problematiche in materia di ridefinizione dei piani occupazionali, raffinazione, royalties, sicurezza, ambiente, infrastrutture, rete carburanti, depositi, logistica integrata, autorizzazioni e conflitti di interesse con le Autorità competenti.

"Sono ancora tanti i gap nell'industria petrolifera italiana ed in questo modo non riusciamo a definire un piano di investimenti nelle nostre aziende: se l'Unione Europea vuole l'adeguamento alle norme delle nostre strutture, vogliamo anche una risposta chiara e concreta ai nostri problemi", chiosa al termine del sua dura presa di posizione Marsiglia, ammonendo infine come le associate di FederPetroli Italia siano "pronte ad investire, ma lo Stato adesso deve darci garanzie altrimenti importanti investimenti saranno focalizzati all'estero".