Fed: troppo presto per il tapering, piano acquisto asset confermato a 85 miliardi di dollari

La decisione è stata presa dal braccio operativo della Federal Reserve (Fomc , Federal Open Market Committee) con una maggioranza di 9 membri. L’unico voto contrario, come da tradizione, è stato quello di Esther George (n.1 della Fed di Kansas City), all’opposizione in tutte le riunioni del 2013.
“Vogliamo prove convincenti che i miglioramenti registrati dall’economia siano duraturi prima di diminuire il ritmo degli acquisti di asset”, si legge nel comunicato emesso al termine della due giorni di riunioni. Gli analisti scommettono che a questo punto per il via libera al “tapering”, il piano di progressiva riduzione degli stimoli monetari, bisognerà attendere il marzo del 2014 quando alla guida della banca centrale Usa ci sarà l’attuale vice Presidente Janet Yellen, recentemente nominata dal presidente Obama per succedere a Ben Bernanke.
Il tasso sui Fed funds invece, agli attuali livelli dal dicembre del 2008, non sarà toccato fino a quando la disoccupazione non scenderà in quota 6,5% (a settembre era al 7,2%). In attesa dei dati ufficiali, oggi indicazioni peggiori del previsto sono arrivate dalla stima elaborata dalla società Adp secondo cui a ottobre gli occupati nel settore privato statunitense sono cresciuti di 130 mila unità, 20 mila in meno rispetto alle stime.
L’istituto con sede a Washington ha continuato a definire la crescita della prima economia “moderata”, il mercato del lavoro ha registrato “qualche ulteriore miglioramento” mentre l’immobiliare ha evidenziato “qualche segnale di rallentamento”. Nel complesso, i rischi ribassisti sono diminuiti negli ultimi mesi. Il prossimo meeting del Fomc è fissato per il 17-18 dicembre.
In conformità al refrain “buy the rumor sell the news”, il comunicato della Fed sta innescando prese di beneficio per gli indici a Wall Street. Dopo aver aggiornato nel corso della seduta i massimi storici a 15.721 e a 1.775,22 punti, in questo momento Dow e S&P500 quotano in calo dello 0,6 e dello 0,8%. Rosso anche per il Nasdaq che lascia sul parterre lo 0,75%. Rialzo di un quarto di punto percentuale per l’indice del dollaro mentre il prezzo dell’oro, la commodity che più di tutte ha beneficiato del quantitative easing, arretra dello 0,2% a 1.342 dollari l’oncia.