Fed preoccupata da debolezza economia globale e superdollaro, stretta sui tassi meno vicina
Il primo rialzo dei tassi oltreoceano è meno vicino di quanto i mercati scontavano fino a ieri sera. I verbali della riunione di settembre della Federal Reserve hanno infatti evidenziato i crescenti timori da parte dei funzionari della banca centrale statunitense circa i possibili contraccolpi sull’economia a stelle e strisce della debolezza della congiuntura a livello globale. Tra i possibili rischi sull’outlook economico è stato citato anche il forte rafforzamento del dollaro negli ultimi mesi, che potrebbe mettere sotto pressione l’export della prima economica mondiale.
Dalle minute della riunione Fed del 16-17 settembre emerge che i responsabili delle politiche della Federal Reserve sono preoccupati che il rallentamento della crescita globale e un dollaro più forte pongano rischi per l’economia degli Stati Uniti. “L’espansione degli Stati Uniti potrebbe essere più lenta di quanto previsto se la crescita economica estera sarà più debole del previsto”, si legge nei verbali del Fomc. Per quanto concerne il fattore valuta, un dollaro in ulteriore rafforzamento potrebbe danneggiare l’export statunitense e rendere più difficile il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione a due anni.
Nel terzo trimestre 2014 il dollaro si è apprezzato dell’8% rispetto all’euro con il dollar index (dollaro Us contro un basket composto dalle altre principali 6 valute mondiali) salito ai massimi a 6 anni.
Tassi bassi ancora a lungo
Rimane quindi l’impegno dell’istituto guidato da Janet Yellen a mantenere i tassi di interesse bassi per un “tempo considerevole.” La Federal Reserve ritiene inoltre che “modifiche alla guidance potrebbero essere erroneamente interpretate come un segnale di un cambiamento fondamentale nel l’orientamento della politica monetaria che potrebbe comportare un inasprimento delle condizioni finanziarie non intenzionale”.
Intenzione di non alzare il costo del denaro nel breve confermata ieri da Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, che ritiene rialzi dei tassi a breve controproducenti per la ripresa economica.
Rimane quindi l’impegno dell’istituto guidato da Janet Yellen a mantenere i tassi di interesse bassi per un “tempo considerevole.” La Federal Reserve ritiene inoltre che “modifiche alla guidance potrebbero essere erroneamente interpretate come un segnale di un cambiamento fondamentale nel l’orientamento della politica monetaria che potrebbe comportare un inasprimento delle condizioni finanziarie non intenzionale”.
Intenzione di non alzare il costo del denaro nel breve confermata ieri da Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, che ritiene rialzi dei tassi a breve controproducenti per la ripresa economica.
Rally di Wall Street dopo le minute, miglior seduta dell’ultimo anno
La reazione del mercato non si è fatta attendere con una chiusura in forte progresso per la Borsa di New York che ha ben accolto l’allontanarsi della prospettiva di un rialzo dei tassi nel breve termine. Dopo un avvio in rosso, Wall Street ha chiuso la seduta in deciso rialzo segnando la miglior performance giornaliera degli ultimi 12 mesi. L’indice Dow Jones ha segnato un progresso dell’1,64% a 16.994,22 punti, l’S&P500 ha guadagnato l’1,75% a 1.968,89 punti mentre il Nasdaq si è attestato a 4.468,59 punti in rialzo dell’1,90%.
La reazione del mercato non si è fatta attendere con una chiusura in forte progresso per la Borsa di New York che ha ben accolto l’allontanarsi della prospettiva di un rialzo dei tassi nel breve termine. Dopo un avvio in rosso, Wall Street ha chiuso la seduta in deciso rialzo segnando la miglior performance giornaliera degli ultimi 12 mesi. L’indice Dow Jones ha segnato un progresso dell’1,64% a 16.994,22 punti, l’S&P500 ha guadagnato l’1,75% a 1.968,89 punti mentre il Nasdaq si è attestato a 4.468,59 punti in rialzo dell’1,90%.
Sul valutario il dollaro ha ritracciato con decisione e il cross euro/dollaro è risalito sopra quota 1,27.