Notizie Notizie Mondo Fed mette alla strette Bce. Bini Smaghi avverte su rischio Super euro, Lagarde copierà Powell?

Fed mette alla strette Bce. Bini Smaghi avverte su rischio Super euro, Lagarde copierà Powell?

28 Agosto 2020 13:48

Niente tassi negativi in Usa: come ha spiegato anche l’ex esponente del board della Bce Lorenzo Bini Smaghi in un’intervista rilasciata a La Repubblica, con l’annuncio di Jerome Powell è emersa una rilevante differenza con l’Europa: “Da un lato la Fed non alzerà i tassi, ma al contempo non li porterà neanche su livelli negativi come ha fatto la Bce. Si vogliono evitare contraccolpi sul sistema finanziario, che peraltro nonostante la crisi continua a macinare utili come provano i record di Wall Street. I tassi negativi sono come una tassa per le banche che non possono “rivalersi” sui clienti”.

Christine Lagarde (Bce) e Jerome Powell (Fed) pensano a bazooka anti Covid-19?
IMF Director Christine Lagarde (C) speaks with US Chairman of the Federal Reserve Jerome Powell (L), after the family picture of the G20 Finance Ministers and Central Bank Governors meeting in Buenos Aires, on July 21, 2018. – Global trade conflicts triggered by the protectionist policies of US President Donald Trump are set to dominate this weekend’s meeting of Group of 20 finance ministers in Buenos Aires. (Photo by EITAN ABRAMOVICH / AFP) (Photo credit should read EITAN ABRAMOVICH/AFP via Getty Images)

A conferma di quanto dice Bini Smaghi, c’è da dire che il timoniere della Fed si è mostrato sempre piuttosto scettico verso la presunta efficacia della politica dei tassi sotto lo zero, che tanto ha fatto la storia della presidenza della Bce di Mario Draghi, non senza continue polemiche.

I tassi negativi sono stati clamorosamente snobbati da Jerome Powell & Co, che ha deciso di lanciare invece, nel discorso con cui ha inaugurato la nuova edizione del simposio di Jackson Hole, lo strumento dell’AIT, Average Inflation Targeting, complicando così il lavoro della Bce di Christine Lagarde.

Alert Super Euro e danni export Europa con mossa Fed

Della questione parla un articolo di Bloomberg, che ha messo in evidenza anche il dilemma che Lagarde dovrà, a questo punto, fronteggiare. Dilemma di cui ha parlato, per l’appunto, anche Bini Smaghi, facendo riferimento alla minaccia di un Super euro, visto che la politica più accomodante della Fed dovrebbe mettere sotto pressione – ancora – le quotazioni del dollaro.

“La conseguenza che riguarda l’Europa – ha spiegato l’economista e presidente di Société Générale – è la possibile differenziazione fra le politiche delle due banche. Vediamo perché. La Bce ha lanciato anch’essa la sua “strategic review” all’inizio del 2020, interrotta dall’azione per far fronte alla pandemia. Dai primi dibattiti erano emerse posizioni diverse da quelle indicate da Powell, che miravano ad accettare che l’inflazione rimanesse sotto il 2% senza ulteriori interventi. Non dimentichiamo che la motivazione ufficiale per i ribassi dei tassi e gli acquisti dei titoli, è il basso livello di inflazione. È però possibile che quando l’Europa si riprenderà, la politica monetaria della Bce diventi meno espansiva senza curarsi se sarà stata raggiunta la soglia critica del 2%. Al contrario, Powell dice che la politica monetaria resterà espansiva quando l’economia si riprenderà anche se l’inflazione supererà il 2%, e per lungo tempo. Se prevarrà quest’impostazione, i tassi in Europa aumenteranno prima che in America, con una divaricazione monetaria tra le sponde dell’Atlantico che potrebbe determinare un rincaro dell’euro molto negativo per l’export”.

E di fatto il trend dei mercati azionari europei parla da solo, e non è esattamente di buon auspicio per l’Europa: le borse oggi sono in ribasso, scontando proprio il rafforzamento dell’euro, salito fin oltre quota $1,19.

Le quotazioni del dollaro sono in ribasso nei confronti delle principali valute, con lo US Dollar Index che cede lo 0,72%.

Di certo, nella nuova economia che ha cambiato i connotati a causa del coronavirus, Lagarde qualcosa dovrà fare: la Bce non ha mai ufficialmente agito per condizionare il trend della moneta unica, ancorando la propria politica monetaria, sempre e comunque all’obiettivo di raggiungere il target di inflazione di poco inferiore al 2%.

Ma ora che la Fed ha abbandonato il dogma del target di inflazione (nel caso degli Usa pari al 2%), sostituendolo con il target, sempre pari al 2%, del tasso MEDIO di inflazione, cosa farà la banca centrale europea?

Bloomberg scrive che “Lagarde potrebbe essere tentata dall’opzione (appena annunciata dal collega Powell), in un momento in cui si appresta a lanciare lei stessa un processo di revisione della strategia della Bce, che è stato comunicato all’inizio dell’anno ma rimandato a causa della pandemia”. Adottando la stessa soluzione della Fed, Christine Lagarde potrebbe permettere alla politica monetaria dell’area  euro di rimanere più accomodante per un periodo di tempo più lungo, senza preoccuparsi dei falchi, che frenano sempre sugli stimoli, anche in quelle occasioni in cui il tasso di inflazione si avvicina, senza toccarlo, a quell’obiettivo inferiore, ma vicino al 2% (e ulteriori stimoli riuscirebbero magari a rendere possibile il raggiungimento del target sebbene, c’è da dire, se c’è qualcosa in cui la Bce – ma anche la Fed e la Bank of Japan, per citare le più importanti – ha fallito, è stato proprio nel riuscire a far salire in modo solido l’inflazione, nonostante la quantità monstre di liquidità-droga iniettata nel sistema finanziario).

“Non posso fare a meno di pensare che la Fed stia facendo strada alle altre banche centrali principali – ha commentato a Bloomberg Piet Christiansen, chief strategist di Danske Bank, aggiungendo: ” Sono sicuro che la Bce valuterà i pro e i contro di questa misura”.  Il punto però è un altro: cosa farà poi, da un punto di vista pratico, una volta che completerà la revisione della sua strategia,  il prossimo anno? Di certo, se decidesse di tollerare anch’essa un tasso di inflazione superiore al target attuale, la Bce rischierebbe di scontrarsi con una nuova ondata di critiche.

La sua politica monetaria è ultra accomodante da anni, con il tasso sui depositi inchiodato sotto lo zero da sei anni.

‘Fed più dovish ok, ma Bce non esagererebbe?

Rishi Mishra, analista di Futures First, spiega di fatto nell’articolo di Bloomberg: “Un conto è se una cosa del genere (average inflation targeting) la dice la Fed, un conto è se la annuncia la Bce. La Fed ha alzato infatti i tassi molte volte, dunque può dire benissimo: ‘Ehi, forse siamo stati troppo falchi ultimamente. Questa volta, aspetteremo di più (prima di alzare i tassi). Ma cosa dovrebbe dire la Bce? ‘Ehi, stiamo aspettando (di alzare i tassi da una vita) e continueremo ad aspettare per sempre‘?”.

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Altri economisti e strategist intervistati da Bloomberg, come Carsten Brzeski di ING Groep NV e Frederik Ducrozet presso Pictet & Cie credono che la Bce apporterà comunque modifiche al suo target di inflazione, senza però seguire del tutto i passi della Fed. A loro avviso, è possibile piuttosto che Francoforte fissi un target “simmetrico” dell’inflazione al 2%, e in modo flessibile.

L’approccio più “simmetrico” permetterebbe alla Bce di stabilire un target di inflazione che sia “non solo inferiore, ma vicino alla soglia del 2%”, come quello attuale, ma anche “superiore e vicino alla soglia del 2%”

Brzeski tuttavia avverte: “Nel Consiglio direttivo della Bce non si riuscirà a trovare la maggioranza necessaria per copiare semplicemente la mossa della Fed. Nell’Eurozona, il concetto dell’average inflation targeting è infatti più controverso”.

E qualcuno già immagina le facce dei falchi ben noti del Consiglio direttivo della Bce. Ovvero del presidente della Bundesbank Jens Weidmann e del governatore della banca austriaca Robert Holzmann. Il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau si è detto invece favorevole, in passato, a considerare lo strumento dell’AIT. Così come un’apertura era stata mostrata dall’ormai ex vicepresidente della Fed Vitor Constancio. Ma se la Fed ha lanciato la nuova politica monetaria all’unanimità, la Bce è nota piuttosto per le spaccature al suo interno.