Fed: in attesa del tapering, ecco cosa prevedono gli analisti

Da una sponda all’altra dell’Atlantico si guarda oggi alle decisioni della Federal Reserve. La banca centrale americana annuncerà questa sera (alle 20.00 ore italiane) la sua decisione di politica monetaria e con molta probabilità la riduzione del piano di stimolo all’economia, il cosiddetto tapering, dando così risposta alla domanda delle domande, presente nella testa degli investitori sin dall’ultima riunione delle Fed di luglio.
Seppure il mercato sembra ormai essere convinto che la riduzione del piano di acquisto di asset (attualmente fissato a 85 miliardi di dollari al mese) da parte della Federal Reserve per stimolare l’economia verrà annunciato oggi, non sono pochi gli elementi che contribuiscono a complicare la soluzione di questo rebus. “Se si guarda puramente ai dati macroeconomici, il tapering non sembrerebbe affatto garantito, specialmente alla luce delle ultime indicazioni sul mercato del lavoro dello scorso mese – avverte Michael Hewson, senior market analyst di CMC Markets, nel commento di questa mattina – Tra i dubbi da sciogliere, oltre a quello principale del “se” dare luogo al tapering, si annoverano quelli relativi al “quando” e al “come” e non si rischia di sbagliare di tanto se si afferma che all’interno del Fomc (il braccio operativo della Fed, ndr) le posizioni dei singoli membri potrebbero essere ancora ben lungi da un accordo all’unisono, un fattore certamente percepito come negativo dal mercato. Anche le nuove discussioni sul debt ceiling che inizieranno in ottobre (e che aumenteranno la volatilità degli scambi) non vanno nella direzione di un avvio immediato del tapering: la Fed potrebbe infatti ritenere che i mercati debbano prima oltrepassare questo scoglio prima di imbattersi in un restringimento di liquidità”.
Pertanto nella conferenza stampa di oggi che seguirà la fine dei lavori del comitato, il governatore Ben Bernanke potrebbe delineare una tabella di marcia dell’operazione di tapering, oltre ad una revisione delle previsioni economiche e alla conferma del mantenimento di tassi bassi fino al 2016.
Ma c’è anche chi, come gli analisti di Hsbc, crede che ormai “le preoccupazioni sui costi legati al quantitative easing abbiano raggiunto un punto di svolta per il Fomc, e la riduzione del piano di stimolo inizierà anche se la ripresa economica resta tiepida”. E se così sarà, l’entità dell’intervento non sarà elevato. Le stime degli operatori variano all’interno di un range compreso tra 10 e 15 miliardi di dollari di acquisti di titoli in meno al mese. Ma c’è anche chi non esclude un taglio di soli 5 miliardi: “Ci aspettiamo che il primo taglio del quantitative easing sia piccolo, non più di 10 miliardi di dollari, forse solo 5 miliardi”, prevedono gli analisti di Ing, secondo cui l’ultima cosa che la Fed vorrà fare è sorprendere i mercati con un intervento aggressivo.
Per i meeting successivi, gli esperti del mercato sembrano allineati su tagli progressivi di 10 miliardi di dollari in modo che il tapering finisca entro giugno 2014.
Altra questione, non da poco, riguarda, quali effetti il tapering avrà sui mercati. “Abbiamo già visto movimenti consistenti sui Treasuries”, risponde Ing, che prevede un rally del mercato obbligazionario per un primo periodo di tempo nel caso in cui le azioni reagiscano con panico. Un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani in scia all’annuncio del tapering sembra la conseguenza più ovvia, con ripercussioni anche sulle economie emergenti, come si è visto già nei mesi scorsi. Per quanto riguarda la zona euro, invece, non ci si aspetta una trasmissione della politica monetaria: “Guardando una vasta gamma di indicatori finanziari (dai rendimenti dei titoli di Stato ai tassi sui prestiti alle imprese e alle famiglie) c’è poca o nessuna prova ancora di una trasmissione di una politica più restrittiva per l’area dell’euro, o la periferia”, sostengono gli analisti di Credit Suisse. Ma questa è un’altra storia che riguarda la Banca centrale europea.