Notizie Notizie Mondo Febbre oro banche centrali: Turchia e Cina in testa

Febbre oro banche centrali: Turchia e Cina in testa

8 Marzo 2023 16:25

L’acquisto di oro da parte delle banche centrali riprende da dove era stato interrotto, aggiungendo a inizio 2023 altre 77 tonnellate nette riserve d’oro accumulate, secondo gli ultimi dati compilati dal World Gold Council.

Si tratta di un balzo del 192% su base mensile rispetto a dicembre, superiore alla cifra di 20-60 tonnellate di acquisti registrate negli ultimi 10 mesi consecutivi.

Oro: acquisti massicci da parte della Turchia

La notizia tardiva di un acquisto di 45 tonnellate d’oro da parte di Singapore a gennaio ha fatto lievitare i numeri rispetto alle 31 tonnellate inizialmente riportate.

La Banca centrale della Turchia è stata il principale acquirente nel 2022 e ha continuato ad aggiungere oro alle sue riserve con un altro acquisto di 23 tonnellate a gennaio.

La Turchia detiene ora 565 tonnellate d’oro.

Va ricordato che il paese guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, colpito dalla tragedia del terremoto, continua a far fronte alla piaga dell’inflazione, il cui tasso di crescita è volato fino a +85% lo scorso anno, per poi riscendere al 64% nel mese di dicembre.

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Gli acquisti ‘in nero’ della Cina

Lo scorso anno, la lira turca ha segnato di conseguenza un tonfo di quasi -30%, a fronte di un prezzo dell’oro in termini di lire turche che è salito su base annua del 40%, stando ai dati di  Bloomberg.

Altra grande acquirente del metallo prezioso è stata la Cina, che ha registrato un ulteriore aumento di 14,9 tonnellate delle sue riserve auree, oltre alle 62 tonnellate riportate tra novembre e dicembre 2022.

La banca centrale cinese ha accumulato 1.448 tonnellate d’oro tra il 2002 e il 2019, per poi non comunicare improvvisamente più alcun dato, fino a quando non ha ripreso a pubblicare i numeri sui suoi acquisti nel novembre 2022.

Molti ipotizzano che in quegli anni di silenzio la Cina abbia continuato ad aggiungere oro alle proprie disponibilità in modo non ufficiale.

Si è sempre pensato, d’altronde, che la Cina detenesse molto più oro di quanto non rivelasse ufficialmente. Come ha sottolineato Jim Rickards su Mises Daily nel 2015, molti ipotizzano che la Cina tenga diverse migliaia di tonnellate d’oro “in nero” in un’entità separata chiamata State Administration for Foreign Exchange (SAFE).

L’anno scorso si sono registrati forti aumenti non dichiarati delle disponibilità in oro delle banche centrali. Tra le banche centrali che spesso non segnalano gli acquisti ci sarebbero la Cina e la Russia.

Molti analisti ritengono che la Cina sia inoltre l’acquirente misterioso che accumula oro per minimizzare l’esposizione al dollaro.

Anche la Bce (Banca centrale europea) si è posizionata sull’oro, comunicando un aumento di quasi 2 tonnellate delle sue disponibilità a gennaio.

Secondo il WGC, questo aumento è legato all’ingresso della Croazia nell’eurozona.

La Banca nazionale del Kazakistan ha aumentato le proprie riserve auree di 3,9 tonnellate a gennaio, dopo aver venduto oltre 30 tonnellate a novembre e dicembre.

L’unico venditore di rilievo a gennaio è stato l’Uzbekistan, con una diminuzione delle riserve auree di 12 tonnellate. Non è raro che le banche che acquistano dalla produzione nazionale – come l’Uzbekistan e il Kazakistan – passino dall’acquisto alla vendita.

Le prospettive future

Il World Gold Council prevede che le banche centrali continueranno ad acquistare oro fino al 2023, ma non è irragionevole aspettarsi che il tasso di acquisto non raggiunga il livello record del 2022.

“In prospettiva, non abbiamo motivo di dubitare che le banche centrali rimarranno positive nei confronti dell’oro e continueranno a essere acquirenti netti nel 2023. Tuttavia, è difficile stabilire di quanto, come dimostrano le nostre aspettative all’inizio del 2022. Ma è anche ragionevole credere che la domanda delle banche centrali nel 2023 potrebbe faticare a raggiungere il livello dello scorso anno”.

Gli acquisti totali di oro da parte delle banche centrali nel 2022 sono stati pari a 1.136 tonnellate.

Si è trattato del livello più alto di acquisti netti registrato a partire dal 1950, anche dopo la sospensione della convertibilità del dollaro in oro nel 1971 e, anche, del 13° anno consecutivo di acquisti netti di oro da parte delle banche centrali.

Secondo il World Gold Council, sono due i fattori principali che spingono le banche centrali ad acquistare oro: la sua performance in tempi di crisi e il suo ruolo di riserva di valore a lungo termine.

“Non sorprende quindi che in un anno segnato dall’incertezza geopolitica e dall’inflazione dilagante, le banche centrali abbiano scelto di continuare ad aggiungere oro ai loro forzieri e ad un ritmo accelerato”.

Il responsabile globale della ricerca del World Gold Council, Juan Carlos Artigas, ha dichiarato a Kitco News che i grandi acquisti sottolineano il fatto che l’oro rimane un bene importante nel sistema monetario globale.

“Anche se l’oro non sostiene più le valute, viene ancora utilizzato. Perché? Perché è un bene reale“, ha detto.