Fca vola in Borsa anche dopo la trimestrale, preoccupa però la crisi di Alfa Romeo
Il mercato non distoglie l’attenzione da Fca. Nel giorno in cui il gruppo italo-americano ha confermato la volontà di portare avanti una fusione alla pari con i francesi Peugeot, arrivano anche i risultati del terzo trimestre 2019 che non interrompono il rally del titolo. A Piazza Affari Fca continua a essere il miglior titolo del Ftse Mib, con un rialzo di circa l’8% in area 14 euro.
I numeri del terzo trimestre
Il gruppo guidato da Mike Manley ha mandato in archivio il terzo trimestre dell’anno con una perdita di 179 milioni di euro sui cui pesano svalutazioni per 1,4 miliardi. L’utile netto rettificato, al netto delle poste non ricorrenti, si è invece attestato a 1,262 miliardi. La società spiega in una nota che “la razionalizzazione dei piani di portafoglio prodotti principalmente in Europa nel segmento A e per Alfa Romeo ha determinato costi non monetari per svalutazioni di 1,4 miliardi di euro, esclusi dall’Ebit adjusted e dall’utile netto adjusted”.
Per Fca il terzo trimestre si è chiuso con margine ed Ebit adjusted a livelli record, trainati da un mix più favorevole e dai migliori prezzi, nonostante le minori consegne. In particolare, l’Ebit adjusted si è attestato a 1,96 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con le attese di consensus Bloomberg (1,97 mld). Il gruppo guidato da Mike Manley segna numeri record anche in Nord America dove ha registrato un Ebit adjusted a 2 miliardi di euro e margine al 10,6%. “Continua la crescita della redditività in Latam con Ebit adjusted e margine entrambi in progresso rispetto al terzo trimestre 2018”, rimarca la società. Nel periodo in esame i ricavi netti di Fca sono scesi dell’1% a 27,32 miliardi di euro.
I target 2019 non cambiano
Nessuna revisione dei target 2019 da parte di Fca. “Lo slancio positivo che siamo stati in grado di mantenere negli ultimi trimestri rende più solida la nostra fiducia nella capacità di raggiungere gli obiettivi per il 2019″, si legge in una nota della società che a giugno aveva provato a chiudere un’operazione strategica con i transalpini di Renault, ma nel giro di poco si era arenata.
Osservando nel dettaglio le previsioni per il 2019, il gruppo si attende per il 2019 un Ebit adjusted superiore a 6,7 miliardi di euro e un free cash flow di oltre 1,5 miliardi. “I forti risultati del terzo trimestre, costruiti sulla performance record del Nord America, ci consentono di confermare i target dell’anno e guardare ad un 2020 migliore in termini di performance finanziaria”, commenta Mike Manley, a.d. di Fca, sottolineando che “i cambiamenti ai piani di portafoglio prodotti sono centrali per la strategia di miglioramento delle performance in EMEA e Maserati”. Per il 2020 Fca indica invece un Ebit rettificato superiore ai 7 miliardi di euro, un Eps diluito adjusted di oltre 2,8 euro e un free cash flow industriale che supera i 2 miliardi di euro.
Il futuro di Alfa Romeo
La performance di Alfa Romeo non fa felice il ceo di Fca, Mike Manley, che non nasconde le difficoltà. Nella conference call di presentazione del conti del terzo trimestre, il numero uno di Fca ha ribadito la convinzione della forza del marchio e si procederà quindi a una rifocalizzazione, con la riduzione degli investimenti. “Alfa può tornare redditizia ma un ulteriore sviluppo del marchio dipenderà dai risultati”, ha aggiunto Manley. Per Alfa Romeo erano previste le nuove versioni della Giulia e della Stelvio nel 2021, il nuovo C-Uv e il nuovo B-Uv nel 2022.
Capitolo aggregazione con i francesi di Psa
Nel corso della conference call relativa ai risultati del terzo trimestre, il discorso è andato poi (inevitabilmente) nella direzione della operazione strategica con Psa. Secondo Mike Manley la strada da percorrere per arrivare a un’intesa è lunga, ma rappresenta un’opportunità da cogliere. Un’operazione, sottolinea ancora Manley, che potrebbe portare molti vantaggi per gli stakeholders. Fca riapre il capitolo risiko auto dopo le nozze andate a monte in estate con i francesi di Renault, per esplorare l’opportunità di unire le forze con un altro big del settore in un mercato automobilistico globale sempre più difficile.
Sul fronte Psa la situazione ha subito un’accelerazione nel giro di pochissimo tempo. Questa mattina, infatti, dopo le indiscrezioni del Wall Street Journal è arrivata la conferma ufficiale dei due gruppi: “le discussioni in corso aprono la strada alla creazione di un nuovo gruppo di dimensioni e risorse globali, detenuto al 50% dagli azionisti di Groupe Psa e al 50% dagli azionisti di Fca”.