Notizie Notizie Italia Fai da te e prudenza guidano gli investimenti degli imprenditori italiani

Fai da te e prudenza guidano gli investimenti degli imprenditori italiani

28 Marzo 2007 10:03

Tre caratteristiche contraddistinguono le scelte d’investimento degli imprenditori italiani: prudenza, fai da te e visione lungimirante. E’ quanto emerge da uno studio Bocconi secondo cui l’81% degli imprenditori gestisce da solo o con la famiglia il patrimonio. Il 35% mira a preservare il capitale e il 22% al rendimento di lungo periodo, con preferenza per liquidità e obbligazioni. La ricerca è stata svolta dalla Cattedra AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi, in collaborazione con Secofind, presso un campione di imprese familiari, con un fatturato compreso tra 100 e 500 milioni di euro.


Il quadro complessivo indica che la delega esterna è limitata (due terzi del campione controllano direttamente gli investimenti), che gli obiettivi di investimento evidenziano una avversione al rischio (il 35% punta alla conservazione del patrimonio) e che il peso della liquidità è molto elevato.


Per quanto riguarda gli obiettivi della gestione, questi vengono stabiliti dall’imprenditore nel 37% dei casi consultando altri membri della famiglia, nel 29% con consulenti esterni e nel 29% con entrambi. Si tratta quindi di un processo condiviso, ma senza un modello preciso di riferimento. Nella scelta degli obiettivi prevalgono quello di preservare il capitale (35%) e di diversificare gli investimenti (32%), seguiti dalla ricerca di un rendimento di lungo periodo (22%). Tale scelta tiene conto del rischio che viene assunto quotidianamente nell’espletamento dell’attività imprenditoriale. Nella scelta dell’orizzonte temporale di investimento, infatti, prevale quello di 5-10 anni, preferito dal 62% degli imprenditori del campione, e di oltre 10 anni dall’11%. Nello scegliere gli obiettivi due terzi del campione tengono conto delle caratteristiche dell’attività imprenditoriale.


Sul fronte della gestione vera e propria del patrimonio, solo il 19% sceglie di affidarsi ad un consulente esterno mentre il 31% degli imprenditori sceglie da solo e il 50% assieme agli altri componenti della sua famiglia. Il controllo sulla gestione viene poi gestito direttamente dall’imprenditore nel 63% dei casi e da una persona di fiducia all’interno della famiglia nel 17% dei casi.


Il portafoglio tipo delle famiglie imprenditoriali italiane risulta poi molto concentrato nelle classi di investimento più liquide. Liquidità (25%) e obbligazioni in euro (23%) risultano, infatti, le principali destinazioni d’investimento. Mentre la conoscenza e l’utilizzo di strumenti finanziari più evoluti sono generalmente contenuti. Poco selezionati sono hedge fund e private equity (entrambi 2%). Nell’85% dei casi la performance della gestione viene poi valutata direttamente dall’imprenditore.


“La tendenza al fai-da-te, che caratterizza gli investitori al dettaglio italiani – ha spiegato Andrea Beltratti dell’Università Bocconi, coordinatore della ricerca – trova quindi parziale conferma anche nel campione qui studiato. I risultati confermano che gli investitori-imprenditori sono attenti e dispongono di un elevato orizzonte temporale. Una caratteristica che consente loro di valutare al meglio i mercati e le gestioni nella giusta ottica di medio-lungo periodo, senza lasciarsi troppo influenzare dalle dinamiche di breve periodo”.