Eurozona: Schaeuble e Nouy contro i tassi negativi a due giorni dal meeting Bce
La politica dei tassi d’interesse a zero continua a non raccogliere consensi tra gli esponenti della politica europea e delle istituzioni stesse. Per il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble “I tassi d’interesse attuali sono troppo bassi e sono fonte di una grande e giustificata preoccupazione”, ha dichiarato nel corso di un’audizione al parlamento tedesco.
I timori espressi dal ministro tedesco si fondano sull’esperienza americana dei tassi d’interesse compressi fra il 2004 ed il 2007, che all’ora contribuirono ad alimentare la bolla del credito immobiliare che poi generò la crisi finanziaria che tutti conosciamo. In questo senso Schaeuble ha definito “Preoccupantemente alta” la liquidità globale generata dalle attuali politiche monetarie perseguite dalle Banche Centrali, soffermandosi sulla necessità di “Una crescita sostenibile abbinata all’avanzamento delle riforme strutturali nei Paesi dell’Eurozona”.
Anche il numero uno della supervisione bancaria della Bce, Daniele Nouy, si è soffermata sul problema dei tassi d’interesse a zero, “I bassi tassi di interesse possono alla fine presentare il conto“, ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata per la newsletter Eurofi, aggiungendo che “ogni diminuzione delle spese per interessi sarà limitata al livello inferiore dello zero percento sui depositi bancari”.
Per l’esponente Bce i segnali di miglioramento della redditività del settore bancario non sono sufficienti a giustificare un rilancio definitivo perché “Gran parte del recupero dipende da ricavi una tantum, e le banche non potranno continuare ad alzare le commissioni”.
Le dichiarazioni, rilasciate a due giorni dal meeting Bce di giovedì 8 settembre, pongono maggior pressione sulle scelte di Mario Draghi in tema di ampliamento del programma Qe.
Secondo gli analisti la riunione in calendario giovedì prossimo dovrebbe concludersi con un nulla di fatto. Al limite, il numero uno dell’Eurotower potrebbe vagliare la possibilità di estendere il piano di acquisto asset fino al settembre 2017, ma per farlo si troverà costretto a modificare i criteri utilizzati, visto che ormai, secondo uno studio di Credit Agricole, la Bce entro la fine dell’anno avrà comperato metà dei bond attualmente idonei ad essere acquistati superando il traguardo dei mille miliardi di titoli.