Notizie Notizie Mondo Eurozona, Bce sulla difensiva per gran parte del 2017. L’inflazione “core” resta debole

Eurozona, Bce sulla difensiva per gran parte del 2017. L’inflazione “core” resta debole

23 Febbraio 2017 15:58
 
 
In Europa, soprattutto a causa della fitta agenda politica ed elettorale del 2017, è opinione di molti analisti che la Banca Centrale Europea rimarrà sulla difensiva per gran parte dell’anno in quanto, anche se i base effect e i prezzi dell’energia continuano a supportare l’inflazione headline, i trend dell’inflazione core restano invece deboli. Ciò detto, secondo Olivier Debat, Specialista Investimenti Obbligazionari di Union Bancaire Privée (UBP), una volta che saranno passate le elezioni francesi, il prossimo tema per il mercato sarà incentrato inevitabilmente sul rischio di un tapering da parte della Bce. “Questa evenienza ridurrebbe l’attrattività di tenere un posizionamento sulla duration in euro, supportando una preferenza per una esposizione verso i titoli del debito corporate Investment Grade in dollari piuttosto che per quelli in euro”, spiega Debat. Che aggiunge: “C’è un dibattito aperto invece sull’High Yield statunitense, in quanto il messaggio più ricorrente di Trump riguarda tagli fiscali per le aziende e la deregolamentazione, fattori che sarebbero positivi per l’S&P, per il quale l’High Yield statunitense rappresenta il miglior sostituto nei mercati del credito”. In riferimento al comparto High Yield, lo specialist ritiene comunque possibile trovare conforto dalla notevole conformità mostrata finora dall’OPEC all’accordo sulla produzione, fattore che offre supporto al petrolio, al settore energetico e, di conseguenza, all’High Yield USA.
 
La linea morbida di Trump
 
I mercati finanziari ad ogni modo restano principalmente concentrati su Donald Trump, tentando di capire a quale delle sue politiche darà la precedenza e quali misure riuscirà a fare approvare ora che ha scelto la maggioranza del suo gabinetto. Come spiega Debat, l’aumentata probabilità di un pacchetto di misure fiscali è valso un premio nel mercato dei tassi statunitensi che ora sembra sia ampiamente finito, con 2,5 rialzi prezzati dal mercato per il 2017 rispetto alla previsione della Federal Reserve, che nel suo “dot-plot” mediano (ovvero il grafico che riflette le attese in tema di tassi di interesse) ne prevedeva tre. “In aggiunta a ciò – dice lo specialist – il moltiplicatore fiscale di un pacchetto di stimolo da parte di Trump sembra destinato a essere relativamente basso, in quanto consisterà in tagli fiscali per le aziende piuttosto che in investimenti sostanziali in infrastrutture, che inizialmente sarebbero più difficili da fare accettare al Congresso”. Un tale insieme di stimoli – è la conclusione di Debat – dovrebbe offrire semplicemente una spinta alla crescita nel breve periodo, piuttosto di un cambiamento strutturale del quadro macro o del tasso di crescita potenziale dell’economia, che invece è determinato da altri fattori, tra i quali la produttività e la demografia.