Europa: ripresa fragile. Sull’equity ci vuole selettività
La tanto citata “ripresa europea”? Sarà “modesta e fragile”. La ragione principale, secondo di Raymond Mills, gestore T. Rowe Price Overseas Stock Fund, è che nonostante il contesto di “denaro facile”, molte imprese sono restie a spendere a causa del possibile impatto che potrebbe avere il rallentamento della crescita in Cina e in altri Mercati emergenti su una ripresa già modesta. Per di più, l’altra faccia della medaglia dei bassi costi di finanziamento potrebbe permettere alle imprese “zombie” di rimanere in vita più a lungo di quanto sia salutare per l’economia della regione. “Ci aspettiamo che la ripresa economica europea procederà con una crescita generalmente bassa. Allo stesso tempo, teniamo d’occhio i rischi di breve termine potenzialmente dirompenti, incluso un rallentamento più marcato della Cina“, è il commento di Mills. Che aggiunge: “Le sfide di lungo termine includono tensioni sociali e politiche collegate all’aumento dei flussi migratori, come anche le montagne di debito che pesano su molti Stati, in particolare la Francia”. In questo contesto incerto, il team di T. Rowe Price ha deciso di focalizzare gli investimenti sulle imprese di alta qualità che sono orientate al mercato interno e su marchi globali oggetto di overselling.
Inflazione bassa e crescita a macchie di leopardo
Ma dove nasce questa visione in controtendenza rispetto agli outlook più entusiastici sull’Eurozona? Non dimentichiamo che nel 2015 l’economia europea è entrata in territorio espansivo. Il programma di quantitative easing avviato dalla Bce ha indebolito l’euro e ha aiutato gli esportatori dell’Eurozona a diventare più competitivi nel mercato globale. Inoltre, il basso costo dell’energia sta supportando il portafoglio dei consumatori e molti osservatori ritengono che prima o poi le imprese aumenteranno la spesa capitale data l’accresciuta liquidità e i bassi costi di finanziamento dovuti al QE . Sono due i fattori che preoccupano Mills: “Sebbene dall’inizio del 2015 l’inflazione core sia aumentata, rimane ben al di sotto del target della Bce del 2%. Inoltre, mentre alcuni governi europei hanno fatto progressi nella ristrutturazione economica – Italia e Spagna per esempio – i progressi, in generale, sono stati irregolari e alcuni Paesi, come la Francia, hanno fatto pochi passi in avanti“. Anche gli ultimi dati mostrano un contesto non omogeno: la crescita del Pil del secondo trimestre 2015 nell’Eurozona è stata rivista in rialzo a un tasso annualizzato dell’1,6%, ma la crescita dell’intero anno rimane sotto l’1% e le previsioni per il 2016 sono state rivist al ribasso dalla Bce. Il tasso di disoccupazione su base annuale è sceso nel 2015, ma il tasso generale rimane elevato e le condizioni variano molto tra i vari Paesi.
Utili deludenti
Non solo. “Gli utili e i margini sugli utili delle imprese europee sono ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi, e una ripresa significativa degli utili rimane sfuggente – spiega Mills – Nelle recenti trimestrali l’entusiasmo per le società che hanno battuto le aspettative è stato largamente controbilanciato dalle delusioni sugli utili e dai profit-warning“. Nonostante ciò, molte imprese europee hanno tagliato i costi negli ultimi anni trasferendo la produzione, razionalizzando i modelli di business e rifinanziando il debito a tassi di interesse più bassi. “Di conseguenza riteniamo che anche una crescita modesta dei ricavi potrebbe generare guadagni degli utili importanti per le società che hanno una leva operativa forte”, dice Mills.
Finanza e healthcare
Ma quali settori promettono migliori rendimenti? A novembre il p/e forward dell’indice MSCI Europe era circa 15x, ma ci sono importanti differenze tra i vari settori. “I settori più difensivi, come i beni di consumo e l’healthcare, hanno registrato buoni risultati negli ultimi anni, tuttavia entrambi hanno oggi valutazioni elevate“. Nonostante tutto, si possono ancora trovare opportunità su titoli specifici: diversi titoli dell’healthcare, per esempio, sono stati colpiti dalla loro esposizione sui Mercati emergenti. “Tuttavia, le prospettive di crescita per molti di questi nomi rimangono solide, in quanto la recente debolezza economica non peserà più di tanto sulla crescita secolare della domanda per servizi sanitari migliori nelle economie in via di sviluppo”; dice Mills. Che conclude: “Le valutazioni di alcune società finanziarie europee sono più ragionevoli e stiamo individuando quelle che dovrebbero beneficiare di una ripresa della domanda di prestiti da parte di famiglie e imprese“.