Europa: la ripresa continua, secondo le previsioni di Istat, Ifo e Insee
La ripresa continua
per l’economia dell’eurozona. Questa l’indicazione che arriva dall’ultimo
“Eurozone economic outlook“, redatto dai tre principali istituti
congiunturali europei (il tedesco Ifo, l’italiano Istat e il francese Insee).
Nei primi tre mesi dell’anno sono stati
contrassegnati da un’attività economica per la zona euro che ha mantenuto
un’intonazione positiva (+0,4%). E secondo le “previsioni congiunte” per l’Eurozona presentate
oggi da Istat, Ifo e Insee, il prodotto
interno lordo (Pil) dovrebbe “crescere allo stesso ritmo nel secondo
trimestre dell’anno per poi accelerare moderatamente nella seconda parte del
2015 (+0,5% nel terzo e quarto trimestre)“. A trainare principalmente la
crescita “i consumi delle famiglie e gli investimenti produttivi e, in
misura più contenuta, la domanda estera“. La crescita media nel 2015 è attesa all’1,4%,
dopo lo 0,9% del 2014.
Il mercato del
lavoro migliorerà gradualmente, affermano Ifo, Insee e Istat nell’outlook odierno,
anche per una progressiva riduzione della disoccupazione. “Nel corso
dell’anno l’incremento dei salari insieme all’aumento dell’occupazione –
sottolineano gli esperti – determineranno un incremento del potere d’acquisto
delle famiglie con effetti positivi sull’attuale dinamica di consumo”. In
particolare, per i consumi delle famiglie è previsto un’accelerazione della
crescita in Spagna e una espansione a ritmi sostenuti in Germania, mentre la
dinamica in Francia e Italia rimarrà moderata.
Ipotizzando che il
prezzo del petrolio rimanga intorno ai 65 dollari per barile e che il cambio dollaro/euro
resti intorno a 1,12, l’inflazione si attende raggiunga progressivamente lo
0,9% nell’ultima parte dell’anno. “Questa previsione – si legge
“Eurozone economic outlook” – è realizzata sotto l’ipotesi che
l’evoluzione della crisi greca non produca effetti significativi sulla
stabilità dell’Eurozona”.
“Come nelle previsioni della scorsa
primavera, un nuovo deprezzamento dell’euro e il calo del prezzo del petrolio,
ad oggi meno probabili rispetto alle precedenti previsioni, potrebbero fornire
un ulteriore stimolo alla domanda interna ed esterna, al pari di un maggiore
effetto reale del programma di acquisto di asset da parte della Banca centrale
europea”, ricordano gli esperti dei tre istituti. Come rischi al ribasso,
“il confronto tra la Grecia e i suoi creditori che rappresenta al momento
il fattore di maggiore preoccupazione per la stabilità economico/finanziaria
dell’area euro”.