Europa al lavoro per contenere la crisi del debito, Moody’s lancia avvertimento
Si apre una settimana intensa di studi e consultazioni per i leader europei in preparazione agli appuntamenti dei primi giorni di dicembre. Francia, Germania e Italia dovranno mettere a punto la riforma dei trattati Ue prima del vertice di Bruxelles, in agenda il prossimo 9 dicembre. Qualche giorno prima, il 5 dicembre, è invece in programma il Consiglio dei ministri che dovrebbe illustrare le riforme elaborate dal governo tecnico Monti contro la crisi. Misure che il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha definito “impressionanti”. Intanto si susseguono voci e poi smentite su un possibile intervento del Fondo monetario internazionale sull’Italia. Il tutto sotto il pressing delle agenzie di rating che negli ultimi giorni non si sono risparmiate tagli di giudizi e outlook su Portogallo, Ungheria, Belgio. Ma non solo. I rating di tutti i Paesi europei sono a rischio, ha avvertito Moody’s, se non si arriverà presto ad una soluzione contro la crisi del debito.
Un patto a tre per la riforma dei trattati Ue
Il duetto europeo diventa un terzetto. Francia e Germania hanno invitato l’Italia a prendere parte alla riforma dei trattati Ue. La notizia è arrivata ieri, per bocca del ministro del Bilancio e portavoce del Governo francese, Valérie Pécresse. In programma ci sarebbe una nuova versione del patto di stabilità, che dovrebbe essere presentata al vertice di Bruxelles, il prossimo 9 dicembre. Questo eviterebbe le lungaggini a cui si andrebbe incontro se dovesse essere approvata una norma comunitaria, ma potrebbe far storcere il naso a qualche Paese che potrebbe sentirsi escluso dalle consultazioni. Tra le ipotesi, serpeggia anche quella che la Banca Centrale Europea possa ricevere l’investitura di prestatore di ultima istanza, ruolo che ad ora non le compete. Nell’attesa, Francia e Germania invitano l’Italia a rispettare gli impegni presi e ad adottare le riforme necessarie.
Italia al lavoro
Gli occhi sono puntati ora ai Palazzi del potere del governo Monti, che dovrà elaborare la ricetta contro la crisi. Entro il 5 dicembre il nuovo premier ha promesso la discussione dei provvedimenti da adottare in Consiglio dei Ministri. “A questo proposito sarà importante comprendere il parere dell’Eurogruppo e dell’Ecofin di martedì a seguito della richiesta del Ministro di poter ridurre la manovra da 15 miliardi a causa del forte rallentamento dell’economia italiana”, commentano questa mattina gli esperti di Fxcm.
Intanto si è alzata la voce di un possibile intervento del Fondo monetario internazionale. Nel fine settimana La Stampa ha rivelato che l’Fmi è disposto a offrire all’Italia un maxiprestito da 600 miliardi di dollari in caso di necessità. L’istituto di Washington ha però smentito di aver avviato colloqui con le autorità italiane per un pacchetto di aiuti. Un sostegno che avrebbe permesso a Roma di rimanere fuori dal mercato dei capitali per circa 18 mesi, dopo le ultime aste in cui i rendimenti sono saliti oltre il 7%. Ricordiamo che oggi si tiene il primo dei due “Btp-Day” promossi dall’Abi (il secondo sarà il 12 dicembre), in cui le banche rinunciano ad applicare le commissioni sull’acquisto dei titoli di Stato italiani.
La minaccia di Moody’s
Moody’s avverte l’Europa. Secondo l’agenzia di rating, la possibilità di default tra i Paesi europei non è più insignificante e nemmeno la probabilità che uno o più Paesi escano dalla zona euro. In assenza di misure adeguate che possano stabilizzare le condizioni di mercato oltre il breve periodo, il rischio di default sarà in continuo aumento. E questa continua e rapida escalation della crisi dei debiti sovrani e bancari europei sta minacciando i rating di tutti gli Stati del Vecchio Continente. Così Moody’s ha messo sotto osservazione i rating di tutti i Paesi dell’Eurozona e prevede di completare la revisione nel primo trimestre 2012.
Un avvertimento che si aggiunge alle recenti bocciature: Standard & Poor’s ha abbassato il giudizio sul Belgio, Fitch ha spostato di un gradino a ribasso il rating del Portogallo mentre Moody’s ha portato il rating Ungherese fino a livello “spazzatura”.