Eurolandia piomba in deflazione per la prima volta dal 2009, prezzi italiani ai minimi dal 1959
L’inflazione di Eurolandia scivola in rosso. Per la prima volta dal 2009 l’indice dei prezzi al consumo della Zona Euro si è riportato in territorio negativo mettendo a segno, secondo l’indicazione preliminare diffusa da Eurostat, un calo dello 0,2% su base annua, mezzo punto percentuale al di sotto del +0,3% di novembre. Il calo dei prezzi sotto la fatidica soglia zero era atteso per i prossimi mesi e la velocità della discesa dovrebbe far cadere le ultime remore tra chi all’interno della Banca centrale europea è ancora titubante sull’ipotesi di un QE in grande stile.
Nel suo report l’istituto di statistica europeo segnala che i prezzi dei prodotti energetici hanno evidenziato un rosso del 6,3%, contro il -2,6% di novembre, mentre l’altra componente storicamente più volatile, quella relativa i prezzi dei prodotti alimentari, non fa registrare variazioni. L’indice calcolato al netto delle componenti più volatili (il c.d. indice “core”) ha messo a segno un +0,8%, in risalita rispetto al +0,7% precedente.
In particolare evidenza il crollo delle quotazioni del greggio innescato da un’offerta che continua a crescere, a seguito del balzo dell’output statunitense e dell’indisponibilità dell’Opec di ridurre i livelli produttivi, e di una domanda inevitabilmente fiaccata dall’andamento della congiuntura globale. Il Brent, il benchmark di riferimento mondiale, è passato dai 112 dollari di giugno agli attuali 50,8 dollari il barile.
“Fluttuazioni dei prezzi di energetici e alimentari in teoria non dovrebbero preoccupare la Bce fino a quando questi non si trasferiranno nell’inflazione core e nelle aspettative di inflazione”, rileva Teunis Brosens, economista di ING Groep. L’esperto ritiene che “con un’inflazione sotto zero, nessun segno di ripresa all’orizzonte e le aspettative di inflazione disancorate, diventa difficile non ricorrere a un ulteriore allentamento quantitativo”.
Inflazione italiana ai minimi da oltre mezzo secolo
In territorio negativo già ad agosto, l’indice dei prezzi italiano nell’ultimo mese dell’anno non ha fatto segnare variazioni annue portando il dato complessivo relativo il 2014 al +0,2%, il livello più basso dal 1959. Il calo, spiega l’Istat, è dovuto alla contrazione dei prezzi dei carburanti (-7,5% per i prezzi della benzina e -9% per il diesel).