Notizie Notizie Mondo Eurogruppo: ultima chiamata per evitare il default della Grecia

Eurogruppo: ultima chiamata per evitare il default della Grecia

23 Gennaio 2012 09:49

Nulla di fatto nel weekend per le trattative tra Atene e gli investitori privati per trovare un accordo che consenta alla Grecia di evitare il default. Nell’Eurogruppo di Bruxelles che si terrà oggi, quindi, sarà il debito greco a tenere banco. La riunione preparatoria inizierà alle 17 di oggi, e preluderà all’incontro di lunedi prossimo del Consiglio dell’Unione, in cui si discuterà del rafforzamento del fondo salva Stati e del meccanismo di stablità finanziaria europeo. Intanto, la Finlandia ha votato al primo turno il candidato presidente sostenitore dell’Euro Ninisto, mentre la Croazia ha scelto di far parte dell’Ue a partire dal prossimo anno.

Eurogruppo: missione anti-default Grecia

Durante la riunione europea di oggi verrà letto il rapporto sullo stato delle trattative tra Grecia e investitori privati, che sono andate avanti per tutta la scorsa settimana senza giungere ad un “ok” definitivo. “Le cose sono complicate, ci stiamo avvicinando sui numeri ma c’è ancora del lavoro da fare”, riferiscono le fonti citate dal Sole 24 Ore. La proposta dei creditori è quella di accettare un haircut del 65-70% sui bond greci e di estendere la loro maturità a 30 anni ad un tasso medio del 4%. In cambio, verranno loro concessi buoni a breve scadenza del fondo salva stati EFSF per un valore pari al 15% del credito nei confronti di Atene. Niente è stato però ancora deciso da parte di Atene, quindi l’incertezza regna ancora sovrana. I soli elementi certi sono la scadenza del 20 marzo per il bond greco da 14,5 miliardi di euro – che necessariamente segna il termine ultimo per trovare un accordo soddisfacente – e il fatto che Ue e Fmi aspettino proprio il raggiungimento di questo accordo per sbloccare i 130 miliardi di euro di aiuti previsti dall’Ue per la Grecia.

Finlandia e Croazia si schierano con l’Euro

Nonostante i problemi greci, nessuno in Europa pare mettere in discussione la forza della moneta unica, anzi le elezioni in Finlandia e il referendum in Croazia segnano decisamente due punti a favore dei sostenitori dell’Euro.
Con il 66,24% dei voti, i cittadini della Croazia ieri hanno infatti votato l’ingresso nell’Unione Europea: da 1 luglio 2013 dunque il Paese sarà il 28 membro dell’Ue. Un ulteriore segnale per gli euroscettici, anche se l’affluenza alle urne non è stata tale da suggerire un’adesione popolare unanime: solo il 43,55% degli elettori si è infatti presentata a votare. Soddisfazione è stata espressa dai presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Europea, Van Rompuy e Barroso, che in un comunicato hanno applaudito al coronamento del lungo percorso croato per approdare all’Euro, e hanno sottolineato come “con coraggio politico e riforme decise l’appartenenza all’Ue è a portata di mano”.
Sempre ieri la Finlandia è stata chiamata alle urne per scegliere il proprio prossimo Presidente, e ad aggiudicarsi il primo turno è stato il candidato di centro destra Sauli Ninisto, che già da ministro delle finanze aveva gestito l’entrata del Paese nell’Euro. Con il 36,9% dei voti, il 63enne ex ministro si è piazzato in testa davanti al 53enne ex ministro dell’ambiente Pekka Havisto (18,7%) e al liberale Paavo Vayrynen, 65 anni, che ha ottenuto il 17,6% dei voti. Quest’ultimo è tra i sostenitori dell’uscita della Finlandia dall’Eurozona. A lui, probabilmente, andranno i voti del partito anti europeista “Finlandesi Veri” al ballottaggio del 5 febbraio. Il partito euroscettico, infatti, ieri è arrivato solo al 9,6%. Solo al 6,7% è arrivato invece il partito Socialdemocratico, che ha governato per gli ultimi 30 anni.