L’euro abbatte anche il livello psicologico di 1,42 nei confronti del dollaro. La moneta del Vecchio continente ha raggiunto poco dopo le 15.20 il livello record di 1,4206. Si tratta del settimo massimo storico in altrettante sedute.
Continua dunque la debolezza della divisa statunitense. Ieri il dollar index (l’indice calcolato sulla base dei rapporti tra il biglietto verde e un paniere di valute mondiali) ha raggiunto infatti il suo minimo storico.
Dopo un iniziale ritracciamento, il mercato ha reagito ai dati Usa delle 14.30 penalizzando ancora la divisa americana. I dati hanno inaspettatamente mostrato una crescita del Pce core, l’indicatore di inflazione maggiormente considerato dalla Federal Reserve limitata allo 0,1% mensile (il dato era riferito ad agosto). A livello annuo la crescita dei prezzi core, non considerando quindi la spesa energetica e quella alimentare, è pari all’1,8%, al di sotto del target implicito individuato dalla Fed al 2% e segnalando il dato migliore degli ultimi 3 anni. Crescita più forte degli ultimi due anni invece per la spesa personali, che in agosto ha mostrato un incremento dello 0,6%.
“I dati macro Usa sfavorevoli sono alla base di tale andamento, che verso euro potrebbe spingersi fino a 1,42/1,4250 – scrivono oggi in una nota gli analisti di Mps Capital Services – dopo di che potrebbe impattare l’eventuale temporaneo effetto delle ricoperture degli operatori speculativi”. In mattinata tuttavia hanno influito anche le dichiarazioni dell’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, che in un’intervista radiofonica ha parlato di probabilità di recessione negli Usa in crescita, seppure ancora al di sotto del 50%.
(notizia aggiornata alle ore 15.40)