Etf a leva da maneggiare con cura
Le autorità statunitensi hanno acceso il faro sulla presunta eccessiva complessità degli Etf a leva. In virtù del meccanismo del “daily reset”, in periodi di elevata volatilità come quello che ha caratterizzato i mercati negli ultimi 2 anni questi strumenti possono presentare performance discordanti rispetto all’andamento degli indici sottostanti. Etf a leva che hanno riscosso molto successo sul mercato d’oltreoceano con il lancio quest’anno dei primi prodotti 3X che permettono un’esposizione a leva fino al 300%. La Financial Industry Regulatory Authority (FINRA, nella quiete del mese di agosto, ha posto l’accento sulla rischiosità per l’investitore retail di questi strumenti definiti “prodotti finanziari altamente complessi”. Dal prossimo 1 dicembre verrà aumentato il margine richiesto agli investitori che acquistano a leva gli Etf a leva, ritenendo che la maggiore volatilità degli Etf a leva rispetto alle controparti non a leva rende necessario un più alto livello dei margini richiesti. Attualmente il margine, ossia la quota percentuale del valore di mercato dei fondi che l’intermediario “congela” sul conto del cliente, è del 25% del valore di mercato dei prodotti in portafoglio per quanto concerne gli Etf long e del 30% per quelli”inversi”. Margini che da dicembre saranno raddoppiati per gli ETf a leva 2 e triplicati per quelli a leva 3. “Questa presa di posizione della FINRA si limita a ridurre la leva ulteriore che l’investitore può eventualmente aggiungere su uno strumento già a leva. Essa è assolutamente condivisibile: a una maggiore volatilità deve corrispondere un maggiore margine – rimarca Marcello Chelli, responsabile per l’Italia dei prodotti quotati di Lyxor A.M., interpellato sull’argomento da EtfNews-. “Per altro – prosegue Chelli – per quanto riguarda l’Italia, mi risulta sia marginale, se non addirittura nullo, il numero degli investitori retail che operano a leva su ETF che sono già a leva”.
A sollevare i toni del dibattito ha contribuito sicuramente l’accusa di eccessiva complessità rivolta agli Etf strutturati. Accusa che pesa ancor di più visto che fin dalla nascita gli Etf si sono contraddistinti per la loro semplicità e trasparenza. Secondo l’organismo che regola l’attività delle società emittenti di prodotti negli Usa queste categorie di Etf inglobano al loro interno un rischio legato alla loro maggiore complessità e al fatto che la maggior parte di questi Etf sono resettati giornalmente, ossia sono chiamati a raggiungere le performance dichiarate su base giornaliera, mentre nel medio periodo i riscontri possono discostarsi da quelli degli indici sottostanti. Prendendo a riferimento l’indice Ftse Mib, che da inizio anno ha guadagnato oltre il 16%, l’XBear targato Lyxor (ex SGAM) – che permette un’esposizione short a leva sull’indice fino al 200% – ha riportato un complessivo -47,6%, amplificando notevolmente la sottoperformance, di contro a 12 mesi la performance è negativa del 18,41% rispetto al -20% dell’indice guida milanese. Invece l’Etf Lyxor a leva sul Ftse Mib (+200% di leva massima) presenta esattamente una performance doppia rispetto al Ftse Mib (+32% da inizio anno). “Bisogna partire dal presupposto, peraltro condiviso da tutti in Italia, che si tratta di tipici strumenti di trading che mal si adattano ad un’asset allocation di lungo periodo – prosegue Marcello Chelli – e che pertanto non sono adeguati ad un investitore retail finanziariamente poco evoluto. Occorre notare che, in Italia, non c’è nessuna evidenza che la clientela retail indistinta sia mai stata sollecitata ad acquistare questi Etf”. Volgendo lo sguardo all’Italia, anche da noi le banche non hanno mai spinto questi prodotti verso la clientela retail anche perché offrono margini molto risicati per la banca. “L’investitore che si avvicina a questi prodotti è solitamente un operatore esperto, ad esempio un heavy trader o un investitore istituzionale, che è ben conscio delle caratteristiche speculative del prodotto che va primariamente incontro alla finalità di trading veloce”, ha puntualizzato Alberto Massa, vice presidente Index Funds & ETFs Sales di Lyxor.