Come da attese le vendite hanno fatto capolino sui mercati in scia all’esito del referendum greco, con la vittoria schiacciante del no con oltre il 61% delle preferenze contro il piano proposto dall’Ue. Non si prefigura però per il momento un tracollo dei mercati con ribassi nell’ordine del 2/3% per Piazza Affari rispetto all’oltre -5% di lunedì scorso, mentre lo spread Btp/Bund appare sotto controllo con rialzi decisamente contenuti. Sui mercati sembra prevalere un certo attendismo per vedere gli sviluppi delle prossime ore con le mosse che farà la Bce sul fronte liquidità, mentre a livello politico il vertice odierno Hollande-Merkel farà da prologo all’Eurogruppo d’emergenza convocato per domani pomeriggio.
Piazza Affari ha aperto in calo di quasi il 3% e dopo un’ora di contrattazioni si mantiene poco sotto i 22 mila punti (21.890, -2,74%). In affanno soprattutto i titoli bancari con calo di oltre il 5% per Banca Mps e Ubi Banca. Male anche i testimonial del risparmio gestito con Azimut giù del 4,97% e Mediolanum del 4,2%. Debole anche Saipem (-2,9%) scesa in avvio sotto quota 9 euro complice il ribasso dei prezzi del petrolio.
Lo spread tra il Btp e Bund tedesco si attesta a 162 punti base, 10 punti base in più rispetto ai livelli registrati in chiusura venerdì. Il rendimento del bond decennale italiano si attesta al 2,32 per cento con rendimenti solo in leggera salita.
Per ora niente corsa ad asset rifugio
Non è scattata la tenuta corsa agli asset rifugio con l’
oro sostanzialmente stabile a quota 1.164 dollari l’oncia, mentre sul valutario lo
yen si sta rafforzando solo leggermente (+0,2%) contro il dollaro Usa. La vittoria del no al referendum greco comporta
pressioni ribassiste sull’euro che questa mattina riesce comunque a limitare la discesa contro il dollaro Usa. Il cross tra euro e dollaro viaggia in area 1,106 rispetto a quota 1,1114 a cui aveva archiviato la giornata di venerdì dopo che nella notte si era spinto fino a un minimo a 1,097. “La risposta del cambio è molto simile a quella di lunedì scorso – commentano gli analisti di Intesa Sanpaolo nella nota ForexFlash – anche se rispetto alla settimana scorsa il quadro ora appare più complesso e le incertezze maggiori, almeno tra oggi e domani, per cui non è da escludersi che la moneta unica scenda ulteriormente: sotto 1,0955 il supporto chiave successivo si colloca a 1,0800”.
Per rischio Grexit molto dipenderà da sviluppi prossime 48 ore
Se dovesse configurarsi materialmente la prospettiva di un’uscita della Grecia dall’euro, secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo il cambio potrebbe rapidamente scendere fino ai minimi di marzo tra 1,05 e 1,04 EUR/USD con le giornate di oggi e domani che si preannunciano quelle chiave, per la decisione della BCE in merito alla liquidità alle banche greche, l’esito del vertice Merkel-Hollande questa sera e dell’Eurogruppo di domani.
Oggi è atteso un primo summit dei presidenti della Commissione europea Jean-Claude Juncker, del Consiglio europeo, Donald Tusk, dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e della Bce Mario Draghi che si riuniranno per discutere della situazione in Grecia.
“L’ormai elevata probabilità che la Grecia lasci l’Unione Europea è inequivocabilmente negativa per l’euro nel breve termine con i mercati FX che rivalutano la stabilità della unione monetaria e la prospettiva di un’azione Bce più accomodante”, rimarca una nota di Barclays in commento all’esito del referendum greco nella quale consiglia di stare short su EURUSD ed EURJPY.