Notizie Notizie Italia Eni, Stellantis, Leonardo & Co: chi vince e chi perde dalla sfida Trump-Harris

Eni, Stellantis, Leonardo & Co: chi vince e chi perde dalla sfida Trump-Harris

5 Novembre 2024 11:07

L’Election Day è arrivato e gli americani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti. E i mercati sono in trepidazione per conoscere quale partito dominerà il Congresso a stelle e strisce, considerando che una vittoria dei repubblicani o dei democratici potrebbe contribuire a drastici cambiamenti di spesa o a una profonda revisione della politica fiscale.

Le elezioni presidenziali del 5 novembre rappresentano difatti un punto di svolta con la sfida serrata tra Donald Trump e Kamala Harris, con il rischio (come è avvenuto nelle elezioni 2020, quando vinse Joe Biden contro Donald Trump) che i risultati finali non siano disponibili immediatamente, con possibilità di giorni di incertezza e volatilità sui mercati.

Buttando l’occhio a Piazza Affari, quali  potrebbero essere i titoli che beneficiano  di una vittoria di Trump e quelli che invece potrebbero accelerare con la vittoria della dem Harris?

I mercati alla vigilia dell’Election Day

A scattare una fotografia sullo stato attuale dei mercati è David Pascucci, analista dei mercati per XTB, secondo cui l’azionario Usa si presenta al cospetto delle elezioni con quotazioni ancora a ridosso dei loro massimi, il tutto peró con una dinamica tecnica che lascia un po’ a desiderare.

Il Vix, l’indice della paura come viene spesso battezzato, rimane ancora elevato, ben al di sopra dei 20 punti e questo é un segno del fatto che ci si attende molta volatilità da questi mercati, soprattutto per via del risultato incerto delle elezioni e soprattutto per via dei futuri tagli delle banche centrali, sia Boe che Fed, sostiene l’analista. “L’obbligazionario risulta da qualche settimana venduto, probabilmente un ultimo aggiustamento prima di un possibile ritorno al ribasso dei rendimenti. I tagli dei tassi portano ad una diminuzione dei rendimenti e considerando le prospettive sui tassi non potremmo che attenderci un ritorno al ribasso dei rendimenti” continua Pascucci. Infine, la situazione sulle materie prime risulta essere al momento una delle piú complesse a livello tecnico, conclude l’esperto, per cui “in questo contesto, oro, argento, petrolio attendono i prossimi eventi, con il metallo giallo ancora sui massimi storici e il petrolio che invece rimane ancora sui minimi mensili”.

I mercati nel post voto: i tre scenari possibili

Le elezioni presidenziali rappresentano un evento spartiacque, con tre scenari principali che potrebbero plasmare i mercati e che individua Alessio Garzone, senior analyst di Gamma Capital Markets. Il primo scenario vede Trump vincitore e con un Congresso a Maggioranza Repubblicana, il che, secondo l’esperto, potrebbe comportare una politica fiscale espansiva, con tagli fiscali e misure di deregolamentazione mirate a stimolare la crescita economica”. Lato mercati, questo potrebbe tradursi in una spinta iniziale ma anche in pressioni inflazionistiche più elevate. L’indomani del voto la Federal Reserve, in risposta, potrebbe mantenere una politica monetaria più restrittiva per contenere l’inflazione, limitando la portata dei tagli dei tassi previsti.

Il secondo scenario è un Trump Limitato con un Congresso Diviso che “limiterebbe l’efficacia delle politiche fiscali espansive, attenuando l’impatto sulla crescita economica”. L’inflazione rimarrebbe elevata, ma con una minore capacità di spingere nuove misure di stimolo fiscale e di conseguenza la Fed potrebbe procedere con tagli dei tassi più moderati rispetto allo scenario di una maggioranza repubblicana completa. Il terzo e ultimo scenario vede Harris Presidente ma con un Congresso Diviso che, a detta dell’esperto, “porterebbe probabilmente a un contesto di maggiore regolamentazione, con politiche fiscali più prudenti e investimenti focalizzati sulla sostenibilità e sulle infrastrutture verdi”. Questo scenario favorirebbe settori come l’energia rinnovabile e la tecnologia green e di conseguenza la Fed potrebbe adottare una politica più accomodante, con tagli dei tassi più consistenti per sostenere la crescita economica. Un contesto fiscale più restrittivo, unito a una cooperazione con la Fed, potrebbe portare a una maggiore stabilità e rendimenti obbligazionari più bassi.

Quale strategia possono attuare gli investitori?

In ogni caso la volatilità che caratterizza oggi i mercati anche nell’immediato post voto, secondo Garzone, possono offrire opportunità per strategie di ribilanciamento e diversificazione del portafoglio. “L’approccio strategico dovrebbe concentrarsi su investimenti di qualità e settori resilienti, bilanciando l’esposizione azionaria e obbligazionaria” conclude l’analista. Anche per Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer, UBS WM Italy, UBS Europe SE, “la volatilità dei mercati è aumentata recentemente e potrebbe crescere ulteriormente se i risultati elettorali tardassero ad arrivare, ma è probabile che scenda verso fine anno, perché i percorsi politici dovrebbero chiarirsi dopo le elezioni e la riunione della Federal Reserve del 18 dicembre, quando verranno presentate le nuove proiezioni economiche che indicheranno la velocità della riduzione dei tassi d’interesse”. “Nel complesso, cerchiamo quindi di guardare oltre le elezioni e rimaniamo ottimisti sul mercato azionario statunitense e sull’azionario globale” conclude.

Eni, Stellantis, Leonardo & Co: chi vince e chi perde dalla sfida Trump-Harris

La corsa serrata tra Trump e Harris ha indotto gli investitori a orientarsi verso beni rifugio e a coprire i rischi. Tuttavia, nessuno dei due candidati offre una strategia sicura e garantita, poiché in ultima analisi sarà l’attuazione delle politiche post-elettorali a determinare l’andamento dei mercati.

Parlando di azionario italiano da un punto di vista più esteso, Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente individua i titoli che potrebbero beneficiare da una vittoria di Trump e quelli che invece potrebbero spiccare con la vittoria della dem Harris.

“Se dovesse vincere Donald Trump vedrei bene l’energia tradizionale e quindi Eni, in quanto lui è sempre stato favorevole all’energia tradizionale e meno attento a tematiche come il riscaldamento globale e la cura dell’ambiente. Un altro titolo che potrebbe beneficiare della sua elezione è Stellantis; nonostante Trump sia grande amico di Elon Musk, il campione dell’auto elettrica con Tesla, non si pone troppi problemi circa la permanenza a lungo termine di auto a motore termico. Infine, Leonardo – il tema degli armamenti è sempre stato una forte priorità del candidato repubblicano e, quindi, una nuova corsa in questa direzione porterebbe benefici a tutte le società del settore”.  “Se dovesse vincere Kamala Harris il discorso è diverso, quasi opposto in un certo senso. Partendo dall’energia, forte è l’attenzione della candidata democratica al tema delle rinnovabili, per cui vedo bene Terna, che è una delle società Italiane più esposte in questo settore. Inoltre, grande è l’attenzione del partito nei confronti del comparto farmaceutico (ricordo che ‘Affordable Care Act’ è stato promosso dal presidente Obama nel 2010), e quindi Recordati potrebbe avere una chance. Infine, i democratici hanno un imponente piano di investimenti pubblico, che fa seguito a quello fatto da Biden; questo potrebbe portare nuova inflazione, e quindi vedrei bene le banche che traggono il maggior vantaggio dal Net Interest Income, come Unicredit”. 

Entrando, invece, più nello specifico sul tema difesa, sicurezza e NATO, Annacarla Dellepiane, head of Sales Italy di HANetf aggiunge che per le aziende italiane del settore difesa,” entrambi gli scenari potrebbero dunque tradursi in un impatto positivo sui titoli come Leonardo, grazie alla maggiore spesa europea nel settore difesa.”