Notizie Dati Bilancio Italia Eni senza verve sul Ftse Mib dopo trimestrale: per analisti “buoni risultati”, non cambiano idea e confermano i buy

Eni senza verve sul Ftse Mib dopo trimestrale: per analisti “buoni risultati”, non cambiano idea e confermano i buy

27 Luglio 2018 10:34

La stagione delle trimestrali prosegue senza sosta a Piazza Affari. Dopo i riscontri arrivati in settimana da Fca, Stm, Telecom Italia, Saipem e Cnh (solo per citarne alcuni), in attesa dei conti delle big bank di Piazza Affari, il mercato si concentra oggi sui numeri del secondo trimestre 2018 del colosso petrolifero del Ftse Mib: Eni. Numeri che il mercato sta passando al setaccio.

Il Cane a sei zampe ha archiviato il secondo trimestre 2018 con un utile netto adjusted, ossia al netto delle poste non ricorrenti, è salito del 66% a 767 milioni di euro contro i 463 milioni dell’analogo periodo nel 2017. Il dato è tuttavia inferiore alle stime degli analisti pubblicate sul sito del gruppo di San Donato Milanese che indicavano un miliardo di euro. Nel periodo aprile-giugno l’utile operativo rettificato si è attestato a 2,56 miliardi, più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2017 e trainato, in particolare, dalla solida performance della E&P (pressocchè in linea con le indicazioni degli analisti a 2,58 miliardi). “L’incremento dell’utile operativo è stato in parte assorbito dalla riduzione del contributo delle iniziative in joint venture e dall’aumento di circa 12 punti percentuali del tax rate al 65% – spiegano da Eni – trainato dalla E&P che riflette la crescita dell’imponibile in paesi a più elevata fiscalità rispetto a quella media e l’indeducibilità dei costi relativi a un’iniziativa esplorativa d’insuccesso”.
Buone notizie anche dal fronte dell’indebitamento finanziario netto che prosegue nella sua discesa portandosi al di sotto di 10 miliardi: al 30 giugno 2018 è pari a 9,9 miliardi, “il livello più basso registrato negli ultimi 11 anni”, come ha indicato Claudio Descalzi, a.d. di Eni.

Quanto alla produzione di idrocarburi si è attestata a 1,86 milioni di barili/giorno nel secondo trimestre, in crescita del 5,2% e +4,6% nel primo semestre. Prevista una crescita del 4% per l’anno in corso a circa 1,9 milioni di barili/giorno. “Tale incremento – spiega la società – sarà sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e Ghana, dal maggior
contributo dei giacimenti Kashagan, Goliat e Val d’Agri, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola, Libia e Ghana, e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature”.

“Nel secondo trimestre, come già nel primo, Eni ha proseguito nel trend di forte miglioramento della redditività che aumenta del 152% a fronte di una crescita del Brent in euro del 38%, trainata dalla performance del business E&P che ha più che triplicato il suo contributo“, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, commentando i risultati del secondo trimestre 2018. “La generazione di cassa consolidata è anch’essa nettamente cresciuta, spinta dal prezzo Brent e dalla maggiore produzione con un contributo per barile che sale a 20 dollari, consentendoci di confermare la riduzione a 55 dollari al barile della nostra cash neutrality per il 2018”, ha proseguito il manager. Verrà infine confermata al consiglio del 13 settembre la proposta di un acconto dividendo di 0,42 per azione.

 

A Piazza Affari Eni non riesce a imboccare la strada rialzista: il titolo del gruppo di San Donato Milanese cede lo 0,48% a 16,232 euro ad azione dopo la pubblicazione dei conti che hanno evidenziato un utile netto rettificato inferiore alle attese. Gli analisti di Banca Imi hanno confermato la raccomandazione buy su Eni, spiegando che “questi risultati sono sostanzialmente in linea con le loro previsioni e con il consensua in termini di Ebit rettificato”.Confermata la raccomandazione buy anche da parte di Banca Akros che parla di “buoni risultati”, citando in particolare il miglioramento del risultato operativo. Anche gli esperti di Fidentiis hanno mantenuto la valutazione d’acquisto su Eni, definendo i numeri diffusi stamattina “tutto sommato, un buon set di risultati nonostante i profitti sotto le attese”.