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Eni: rafforza la strategia in Asia, la nuova frontiera del petrolio

18 Ottobre 2014 08:45
Eni rafforza la sua strategia in Asia, la nuova frontiera del petrolio. Una mossa da leggere anche in chiave geopolitica visti i recenti contrasti tra Russia e Occidente. Il colosso petrolifero ha rafforzato i suoi rapporti con i Paesi emergenti del continente asiatico: Myanmar, Vietnam, Indonesia e Corea del Sud. Economie in costante crescita e che necessitano sempre più di rifornimenti di gas. Basti pensare al Vietnam, che vanta una crescita economica di circa il 7% l’anno e che dal 2025 potrebbe trovarsi in deficit di gas per quasi 1,5 miliardi di metri cubi all’anno.
Un’opportunità per l’Eni di rafforzare i rapporti con questi Paesi è stata senza dubbio il vertice Asem, che ha visto la presenza a Milano di ben 22 delegazioni asiatiche. L’Ad del Cane a sei zampe ha incontrato i manager e i capi di Stato di questi Paesi ad iniziare dalla delegazione vietnamita. Il numero uno di Eni era stato ad Hanoi in settimana per firmare un’intesa con PetroVietnam che ha portato a sei i blocchi assegnati dal Governo del Paese asiatico al gruppo di San Donato Milanese.
Venerdì è stata la volta degli incontri con Corea e Myanmar. Quest’ultima rappresenta una vera promessa per Eni visto che si sta aprendo solamente ora al mercato internazionale. Durante l’incontro tra Descalzi e il presidente del Myanmar, Thein Sein, il top manager ha fatto il punto sulle attività che saranno sviluppate da Eni. Il gruppo italiano acquisito a luglio due permessi esplorativi nei blocchi onshore, RSF-5 e PSC-K, in joint-venture con la società di stato Myanmar Production and Exploration Company e nei quali Eni sarà operatore con il 90%.
Prima dell’incontro con il presidente del Myanmar Eni aveva firmato un accordo di cooperazione con Korea Gas Corporation (Kogas) nei settori upstrem e Gnl. Eni e Kogas prevedono che l’accordo di cooperazione possa anche favorire lo sviluppo dei progetti Gnl dell’Area 4 del Mozambico, dove Eni è operatore con una partecipazione indiretta del 50%, Kogas, Galp Energia e ENH ognuno con una quota del 10% e CNPC con una partecipazione indiretta del 20%.