Eni: rafforza la strategia in Asia, la nuova frontiera del petrolio
Eni rafforza la sua strategia in Asia, la nuova frontiera del petrolio. Una mossa da leggere anche in chiave geopolitica visti i recenti contrasti tra Russia e Occidente. Il colosso petrolifero ha rafforzato i suoi rapporti con i Paesi emergenti del continente asiatico: Myanmar, Vietnam, Indonesia e Corea del Sud. Economie in costante crescita e che necessitano sempre più di rifornimenti di gas. Basti pensare al Vietnam, che vanta una crescita economica di circa il 7% l’anno e che dal 2025 potrebbe trovarsi in deficit di gas per quasi 1,5 miliardi di metri cubi all’anno.
Un’opportunità per l’Eni di rafforzare i rapporti con questi Paesi è stata senza dubbio il vertice Asem, che ha visto la presenza a Milano di ben 22 delegazioni asiatiche. L’Ad del Cane a sei zampe ha incontrato i manager e i capi di Stato di questi Paesi ad iniziare dalla delegazione vietnamita. Il numero uno di Eni era stato ad Hanoi in settimana per firmare un’intesa con PetroVietnam che ha portato a sei i blocchi assegnati dal Governo del Paese asiatico al gruppo di San Donato Milanese.
Venerdì è stata la volta degli incontri con Corea e Myanmar. Quest’ultima rappresenta una vera promessa per Eni visto che si sta aprendo solamente ora al mercato internazionale. Durante l’incontro tra Descalzi e il presidente del Myanmar, Thein Sein, il top manager ha fatto il punto sulle attività che saranno sviluppate da Eni. Il gruppo italiano acquisito a luglio due permessi esplorativi nei blocchi onshore, RSF-5 e PSC-K, in joint-venture con la società di stato Myanmar Production and Exploration Company e nei quali Eni sarà operatore con il 90%.
Prima dell’incontro con il presidente del Myanmar Eni aveva firmato un accordo di cooperazione con Korea Gas Corporation (Kogas) nei settori upstrem e Gnl. Eni e Kogas prevedono che l’accordo di cooperazione possa anche favorire lo sviluppo dei progetti Gnl dell’Area 4 del Mozambico, dove Eni è operatore con una partecipazione indiretta del 50%, Kogas, Galp Energia e ENH ognuno con una quota del 10% e CNPC con una partecipazione indiretta del 20%.