Eni, ecco come i prezzi dell’energia trainano i profitti trimestrali. Confermata Ipo Plenitude a Piazza Affari entro 2022
Volano nel primo trimestre del 2022 gli utili di Eni che, come quelli di altre big del comparto oil ed in generale energetico, hanno beneficiato del forte scenario dei prezzi dell’energia. In questo contesto il Cane a sei zampe ha rivisto al rialzo la guidance dell’utile operativo adjusted del segmento Global Gas & LNG Portfolio, atteso a circa 1,2 miliardi di euro rispetto al precedente target di 0,9 miliardi considerando l’evoluzione attesa del mercato. In particolare, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha precisato di avere definito le previsioni operative e finanziarie per l’esercizio 2022 “sulla base delle informazioni al momento disponibili, delle stime del management relative a possibili rischi e incertezze associate all’attuale situazione di guerra in Ucraina e assumendo nessuna significativa interruzione nei flussi di gas dalla Russia”.
I numeri oltre le attese del primo trimestre
Prima dell’avvio degli scambi in Europa, il big italiano del comparto oil ha comunicato i risultati del primo trimestre 2022 che vedono l’utile netto di competenza balzare a 3,58 miliardi di euro contro 856 milioni dell’anno passato e quello in versione adjusted, ossia al netto delle poste non ricorrenti, attestarsi a 3,27 miliardi e battere il consensus Bloomberg che indicava profitti rettiticati per Eni pari a 2,4 miliardi. L’ebit adjusted consolidato è invece balzato a 5,19 miliardi.
Più nel dettaglio, nel primo trimestre del 2022, il settore Exploration & Production ha evidenziato una forte crescita dell’utile operativo adjusted: +21% rispetto al quarto trimestre del 2021; +218% rispetto al primo trimestre 2021, al livello di 4,38 miliardi. “La robusta performance è stata trainata dal continuo rafforzamento dello scenario prezzo delle commodity energetiche sostenuto da buoni fondamentali – spiega la società in una nota -, con il prezzo di riferimento del Brent in aumento del 27% (+67% rispetto al primo trimestre del 2021)”.
La produzione di idrocarburi è stata pari a 1,65 milioni di boe al giorno in calo del 3%, livello coerente con la guidance dell’anno. Su questo fronte, la produzione di idrocarburi è stata confermata la previsione di 1,7 milioni di boe/giorno allo scenario di 80 dollari al barile nel 2022.
“La nostra performance ha dimostrato solidità e resilienza in un contesto di estrema volatilità dei prezzi e di incertezza a causa della guerra in corso e delle tensioni internazionali – ha commentato Claudio Descalzi, a.d. di Eni -. Abbiamo conseguito un Ebit adjusted di gruppo di 5,2 miliardi, con un incremento di 3,9 miliardi rispetto al primo trimestre 2021 dovuto al robusto andamento della E&P grazie al forte scenario prezzi, e di GGP sostenuto dalla crescita del business internazionale del GNL e dalla flessibilità del nostro portafoglio di approvvigionamento. Abbiamo realizzato un utile netto di 3,3 miliardi. Era cruciale che in un mercato caratterizzato da tale volatilità, rimanessimo finanziariamente disciplinati e in tal modo abbiamo generato un free cash flow organico di 1,8 miliardi”.
Per quanto riguarda gli analisti, Equita, dal canto suo, parla di un set di risultati “significativamente migliori delle attese” con “implicazioni positive per il titolo”. Secondo gli esperti della sim milanese, che confermano la raccomandazione buy su Eni e il target price, “la qualità degli utili è confermata dalla generazione di cassa superiore alle nostre attese”.
Descalzi: “recenti sviluppi strategici”
“Il trimestre è stato caratterizzato da rilevanti sviluppi strategici per Eni. Abbiamo reagito con rapidità alle mutate condizioni del mercato energetico facendo leva sulla dimensione globale del nostro settore upstream e sulle consolidate relazioni con i paesi produttori per identificare nuove opportunità di forniture per l’Europa, incrementali e alternative a quelle esistenti”, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, commentando i risultati trimestrali del Cane a sei zampe. “Abbiamo concluso importanti accordi con Algeria, Egitto e Congo, e un altro ancora in Angola, che rafforzano ulteriormente le attività congiunte con le società di stato locali con l’obiettivo di promuovere maggiori flussi di export di gas naturale a beneficio dell’Italia e dell’Europa nel contesto della transizione verso un’economia decarbonizzata”, ha aggiunto Descalzi concludendo che “è stato un trimestre di evidenti progressi nell’attuazione della nostra strategia volta a garantire sicurezza e sostenibilità del sistema energetico, mantenendo il nostro forte impegno a una giusta transizione energetica e alla creazione di valore per i nostri stakeholders”.
Eni e l’Ipo di Plenitude nel 2022
Eni va avanti con l’Ipo di Plenitude. La società ha, infatti, confermato l’offerta pubblica di azioni della controllata e la quotazione sul listino milanese attraverso una Ipo entro il 2022, soggetta alle condizioni di mercato. “Plenitude, la nostra controllata che integra le energie rinnovabili con il retail gas&power, procede verso la quotazione entro il 2022 subordinata alle condizioni di mercato”, ha ricordato Claudio Descalzi, a.d. di Eni, commentando i risultati del primo trimestre 2022.
Nella nota odierna il Cane a sei zampe ha sottolineato che il business retail, renewable & mobilità elettrica gestito da Plenitude “è ben posizionato per conseguire la guidance annuale di Ebitda adjusted (oltre 0,6 miliardi di euro) nonostante la volatilità dello scenario, confermando la resilienza del modello integrato di business”.