Energia: per S&P l’impennata dei prezzi in Europa continuerà fino al 2023
Il costo dell’energia è un tema che sta ricevendo una notevole attenzione mediatica, anche sul piano politico, e tutti gli indicatori lasciano presagire un aumento ulteriore dei prezzi fino al 2023. A rivelarlo è stato il nuovo studio di S&P Global Ratings (“S&P”) intitolato The Energy Transition And What It Means For European Power Prices And Producers: September 2021 Update, che si è concentrato appunto su quella che è la situazione nel Vecchio Continente.
Per l’Italia, nonostante i grandi cambiamenti attesi nei prossimi anni con produzione di rinnovabili (eolico e solare) destinata a raddoppiare entro il 2030, l’agenzia di rating ritiene che i prezzi dell’energia elettrica in Italia rimarranno superiori a quelli medi dell’Europa occidentale fino al 2025 complice la bassa offerta strutturale.
Prezzi post-Covid
I prezzi dell’energia in Europa hanno registrato un rimbalzo più forte del previsto nel 2021. Tale crescita fa seguito a un calo di oltre il 20% nel 2020, in un contesto di lockdown e di indebolimento dell’economia; il miglioramento è derivato principalmente da un’impennata dei prezzi del gas e, in misura minore, dei prezzi del carbonio, che raggiungono un massimo storico di quasi 60 euro a tonnellata.
L’offerta contratta
In particolare, S&P ritiene che i prezzi dell’energia continueranno ad aumentare nel 2022-2023, anche a causa di una contrazione dell’offerta. Gli obiettivi ambientali più ambiziosi dell’Europa accelereranno le dismissioni nella produzione di energia termica e nucleare, la quale non potrà essere interamente compensata dalle fonti rinnovabili per i prossimi tre anni, portando a una maggiore volatilità dei prezzi legata al clima nel medio termine.
Il mercato ringrazia
A livello generale, gli operatori energetici europei beneficeranno di questo contesto di prezzi elevati. Questo perché i loro portafogli di generazione sono quasi completamente coperti per quest’anno, dopodiché beneficeranno di prezzi più alti, supportando così gli investimenti nella transizione energetica. Ciò è positivo anche per lo sviluppo di un mercato europeo degli accordi di acquisto di energia (PPA) per le energie rinnovabili, grazie a prezzi d’esercizio favorevoli e buoni margini, sebbene aumenti la pressione sui produttori con portafogli di generazione limitati.
I rischi politici
Tuttavia, un costo elevato dell’energia implica anche un aumento dei rischi politici per le società di servizi. Quest’ultimo aspetto si riferisce in particolare alla necessità di tenere in considerazione la sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica. Si inizia dunque ad assistere a interventi politici atti a limitare un aumento delle bollette energetiche, come in Spagna, con proposte di claw back, o il trasferimento di alcuni costi energetici nella fiscalità generale, come in Italia. Perché gestire l’impatto sociale della transizione energetica è un pilastro fondamentale delle politiche climatiche europee.