Enel: Green Power vale 10,5 miliardi, sbarca in Borsa il 4 novembre
E’ ormai alle porte lo sbarco in Borsa di Enel Green Power. Ieri il pool delle 10 banche che curano il collocamento ha fornito le prime indicazioni: il valore della controllata di Enel al netto del debito, in uno scenario base, si attesta a 10,5 miliardi di euro. Nello scenario peggiore l’equity value scenderebbe a 9,5 miliardi, mentre nelle ipotesi migliori arriverebbe fino a 12 miliardi. Considerando che le azioni Green Power sono 5 miliardi, il prezzo di ogni singola azione dovrebbe essere compreso tra 1,9 e 2,4 euro, con un “base price” di 2,1 euro per azione. Il lotto minimo per gli investitori retail è pari a 2.000 mila azioni, che corrispondono ad un investimento di circa 4 mila euro.
Sono questi i primi dettagli sul collocamento della controllata di Enel attiva nelle energie rinnovabili. Come ribadito più volte dai vertici del colosso elettrico, Green Power vuole metter sul mercato una quota di minoranza del 25-30%. Un’operazione che permetterà ad Enel di incassare 3 miliardi di euro e proseguire verso i target di riduzione del debito fissati gli scorsi mesi. A fine anno, come annunciato dall’amministratore delegato Fulvio Conti, il debito di Enel dovrebbe arrivare a quota 45 miliardi dai 51 miliardi di fine 2009. Per centrare i target, Enel ha inoltre ceduto la rete gas e quella elettrica della controllata spagnola Endesa.
Tornando ai dettagli del collocamento, per il 14 ottobre è atteso il nulla osta da parte della Consob, mentre il 18 ottobre inizierà l’offerta pubblica. La forchetta definitiva del prezzo verrà fissata entro la fine del mese e il 4 novembre Green Power sbarcherà contemporaneamente sulla Borsa di Milano e su quella di Madrid. Gli azionisti che manterranno i titoli in portafoglio per almeno 12 mesi otterranno una bonus share: ovvero una nuova azione per ogni 20 possedute.
Buone notizie per Endesa. Il governo di Madrid emetterà in settimana un maxi bond da 14 miliardi di euro per colmare il deficit tariffario del periodo 2003-2009. In sostanza, negli ultimi 7 anni i costi degli operatori sono risultati più elevati dei prezzi fissati dalle autorità che regolano il mercato. Dei 14 miliardi, 7,7 entreranno nelle casse della controllata spagnola di Enel senza però avere effetti sull’indebitamento.