Enel: coro di buy in attesa del nuovo piano, non sono escluse sorprese positive su guidance utili
Sale l’attesa per l’aggiornamento della strategia aziendale di Enel. Domani il gruppo guidato da Francesco Starace incontrerà la comunità finanziaria per la presentazione del nuovo piano industriale 2020-2022. Il mercato rimane scettico riguardo ai target sugli utili di Enel fino al 2021 per l’impatto dei tassi di cambio delle valute estere. Oggi il titolo della utility ha chiuso in rialzo dell’1,33% a 6,8 euro. Nelle scorse settimane il titolo Enel ha aggiornato i nuovi massimi pluriennali toccando nell’intraday del 12 novembre un picco a 7,009 euro, avvicinando i massimo storici che risalgono al lontano 2000 in area 7,4 euro. da inizio anno il titolo segna un rally di oltre +34%. Ascesa coronata dall’ingresso a settembre nell’Euro Stoxx 50.
Coro di Buy in attesa del nuovo piano
La maggioranza degli analisti che coprono il titolo Enel è positiva (fonte Bloomberg). Ben il 72,4%% degli esperti punta sul titolo (giudizio Buy), il 27,6% ne raccomanda il mantenimento in portafoglio (Hold) mentre nessun analista è posizionato sul Sell. Il prezzo obiettivo medio indicato è di 7,15 euro, con un potenziale upside del 4,4 per cento rispetto ai livelli attuali.
Gli analisti guardano con interesse anche al piano industriale in arrivo a fine anno e che potrebbe offrire ulteriori spunti per una revisione positiva degli utili del colosso energetico.
Secondo quanto riporta Bloomberg Intelligenze, domani Enel potrebbe aggiornare la propria guidance, grazie agli investimenti in rinnovabili e reti, riduzioni dei costi, minori costi di finanziamento e M&A selettive che offrono sinergie di costo. Questa strategia aiuterà a ridurre l’esposizione di Enel ai prezzi delle materie prime volatili, a stimolare il flusso di cassa e la crescita dei dividendi. La costante espansione degli utili, riporta Bloomberg, sarà in grado di resistere alle principali sfide (oscillazioni valutarie, siccità e potenziali tagli alle commissioni di rete dovute a bassi rendimenti obbligazionari) nei mercati primari.
Target Ebitda 2019 rivisto al rialzo
In occasione dei risultati al 30 settembre 2019, Enel ha rivisto al rialzo il target di Ebitda ordinario 2019 a 17,8 miliardi. “In prospettiva, la crescita operativa, il continuo lavoro sulle efficienze e la semplificazione della struttura societaria ci pongono nelle condizioni migliori per superare il target annuale di Ebitda ordinario consolidato portandolo a circa 17,8 miliardi di euro e per raggiungere un utile netto ordinario consolidato di circa 4,8 miliardi di euro a fine 2019 – ha commentato Francesco Starace, ad di Enel -. Queste azioni si pongono all’interno di un approccio strategico che vede la sostenibilità come fattore determinante per la creazione di valore per il gruppo e i suoi stakeholder.”
La revisione al rialzo, spiega Bloomberg, è avvenuta principalmente per l’effetto dell’IFRS 16. L’attenzione degli investitori è tutta rivolta all’aggiornamento obiettivi triennali di Enel di domani. La crescita nelle reti e nelle energie rinnovabili (2,4 gigawatt da raggiungere nel quarto trimestre), i solidi margini nella fornitura di energia e nell’efficienza dei costi continueranno a incrementare gli utili di Enel oltre il quarto trimestre 2019. Lo riporta Bloomberg, secondo cui tali dinamiche più che compenseranno l’impatto negativo a breve termine della siccità e l’indebolimento delle valute latinoamericane rispetto all’euro. Le principali incertezze, avvisa Bloomberg, comprendono le potenziali revisioni tariffarie in Argentina e Cile e un possibile aumento delle imposte in Spagna.
I numeri dei 9 mesi e la politica dei dividendi
I risultati dei primi 9 mesi dell’anno vedono i ricavi salire del 3,4% a 57,12 miliardi di euro, un risultato “principalmente attribuibile alle attività di Infrastrutture e Reti, in particolare in America Latina”, mentre l’utile netto ordinario ha mostrato una crescita del 14,1% a 3,295 miliardi. Enel ha tuttavia indicato che il risultato netto di gruppo è scivolato a 813 milioni rispetto ai 3,016 miliardi dell’analogo periodo nel 2018 “per effetto essenzialmente dell’adeguamento di valore effettuato su taluni impianti a carbone”. Nei 9 mesi l’Ebitda ordinario si è invece attestato a 13,268 miliardi contro i 12 miliardi circa di un anno fa. L’indebitamento finanziario netto ha raggiunto quota 46,505 miliardi contro i 41,089 miliardi a fine 2018 (+13,2%), “in aumento – si legge nel comunicato di Enel – per effetto degli investimenti del periodo, del pagamento dei dividendi, dei tassi di cambio sfavorevoli e per la prima applicazione dell’IFRS 16”.
Enel ha confermato la politica di dividendi e ha deliberato un acconto sul dividendo 2019 pari a 0,16 euro per azione, in pagamento dal 22 gennaio 2020, in crescita del 14,3% rispetto all’acconto distribuito a gennaio di quest’anno. È quanto si legge in una nota di Enel. L’ammontare dell’acconto sul dividend è coerente con la politica dei dividendi contemplata dal piano strategico 2019-2021, che prevede l’erogazione di un dividendo complessivo sui risultati dell’esercizio 2019 pari all’importo più elevato tra 0,32 euro per azione e il 70% del risultato netto ordinario del Gruppo Enel.
Obiettivo -70% emissioni gas a effetto serra entro 2030
Il gruppo energetico guidato da Francesco Starace si è impegnato a ridurre del 70% le proprie emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh entro il 2030, rispetto ai valori del 2017, come certificato dall’SBTi. “Il nuovo impegno, che segue quello delle Nazioni Unite per limitare l’aumento massimo delle temperature di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, segna un significativo passo avanti verso il conseguimento dell’obiettivo di emissioni zero nel 2050”, ha rimarcato Enel. Nel percorso verso le emissioni zero, entro il 2021 il Gruppo Enel accrescerà la propria capacità rinnovabile di oltre il 25%, riducendo allo stesso tempo la capacità termoelettrica di oltre il 15% dai livelli attuali.
Al raggiungimento di tali obiettivi di sostenibilità sono legate anche le ultime due emissioni obbligazionarie green. Enel ha proposto sia negli Usa che in Europa un bond SDG (Sustainable Development Goals). Emissioni green strutturate su diverse scadenze e che in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi al 2021 prevedono un incremento di 25bps del tasso di interesse.