Emaar Development, a Dubai flop per l’Ipo più importante dal 2014

Si chiama Emaar Development PJSC, ed è una società attiva nel mercato immobiliare, tra i nomi più noti negli Emirati Arabi Uniti. Eppure il suo sbarco in Borsa, avvenuto nella giornata di ieri a Dubai, è stato un vero e proprio flop, tanto da confermarsi l’Ipo più importante e allo stesso tempo peggiore dal 2014, in base ai dati di Bloomberg.
Il gruppo fa parte del colosso Emaar Properties PJSC, il cui 30% è detenuto dal governo. Emaar Properties è la società che ha dato vita al grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa di 828 metri, ed è la stessa che ha presentato quello che sarà il nuovo grattacielo record, ideato dall’architetto Santiago Calatrava Valls, il “The Tower”. (nella foto, il progetto).
Gli analisti interpellati da Bloomberg hanno motivato il flop dell’Ipo con il peggioramento del sentiment nella regione, scatenato dal maxi raid con cui la famiglia reale saudita, all’inizio di novembre, ha arrestato principi, uomini d’affari, investitori, tra cui il noto principe Alwaleed Bin Talal, membro della famiglia reale dell’Arabia Saudita, tra gli uomini più ricchi al mondo e noto nel mondo dell’alta finanza per aver acquistato partecipazioni nei colossi di Wall Street.
Il risultato è che il titolo Emaar Development è sceso fino a -7,1% nel suo primo giorno di contrattazioni, prima di ridurre le perdite. L’Ipo è stata la più grande dall’ultima offerta avvenuta negli emirati tre anni fa, quando Emaar Malls PJSC raccolse con lo sbarco in borsa $1,6 miliardi.
Il sentiment degli investitori è stato colpito anche da altri fattori, di natura sia economica che geopolitica.
Dopo gli splendori degli anni passati, il mercato immobiliare di Dubai vive una crisi ormai da più di due anni, ovvero da quando il crollo dei prezzi del petrolio ha costretto il governo a tagliare le spese e a imporre nuove tasse, frenando così l’attività economica.
In generale i rischi politici in Arabia Saudita, così come l’escalation delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, hanno pesato quest’anno sui mercati azionari del Golfo, che hanno sottoperformato rispetto ad altri mercati emergenti in modo notevole.
Il prezzo di sottoscrizione del titolo Emaar Development è stato fissato a 6,03 dirham. L’azione è tuttavia entrata in Borsa aprendo in ribasso a 5,61 dirham, per poi chiudere a 5,77, in flessione del 4,3%. Più di 48 milioni di titoli sono stati scambiati nel giorno del suo esordio.
Così ha commentato il trend Ayub Ansari, analista senior presso Securities & Investment, in Bahrein:
“L’azione è sotto pressione, ma prima o poi gli investitori guarderanno ai fondamentali di lungo termine, e capiranno che si tratta di un titolo buy, molto appetibile sul fronte dei rendimenti”.
Ansari ha calcolato che Emaar offrirà di fatto un dividendo annuo del 9% per i prossimi tre anni, più alto rispetto al 7% offerto dalla rivale DAMAC Properties.
Nell’arco degli ultimi 12 mesi la borsa di Dubai ha guadagnato appena +3,2%, rispetto al guadagno superiore a +30% dell’indice dei mercati emergenti MSCI.