Elon Musk si rimangia tutto, Tesla rimarrà quotata. Ma ora il mercato non perdonerà più nulla all’istrionico ceo
Dietrofront di Elon Musk che rimette nel cassetto il progetto di togliere Tesla da Wall Street. L’istrionico padre padrone del colosso delle auto elettriche ieri sera ha detto che il progetto annunciato via Twitter lo scorso 7 agosto verrà accantonato. Dopo aver condiviso la questione con il consiglio di amministrazione, il ceo di Tesla ha riferito che la maggioranza degli azionisti attuali ritiene che sia meglio rimanere una società quotata.
Ecco il perchè del dietrofront
Musk ha ammesso in un post sul blog di Tesla che era conscio del fatto che il processo di privatizzazione sarebbe stato impegnativo “ma è chiaro che sarebbe ancora più dispendioso in termini di tempo e di distrazione rispetto a quanto inizialmente previsto”. Nel suo post sul blog, Musk ha comunque dichiarato: “La mia convinzione che ci siano più che sufficienti finanziamenti per portare Tesla in privato è stata rafforzata durante questo processo”.
Tesla rimarrà quindi una società pubblica ed Elon Musk resterà alla sua guida. Un comitato di membri del consiglio di Tesla, costruito per esplorare la privatizzazione, ha rilasciato una dichiarazione che conferma quanto affermato da Musk e ha detto che il consiglio appoggia la gestione della compagnia da parte di Musk.
Cronistoria di una saga senza precedenti
Musk, che detiene il 20% circa della società di cui è presidente e ceo, aveva stupito Wall Street il 7 agosto con un tweet che diceva che stava prendendo in considerazione di procedere al delisting di Tesla a $ 420 per azione, con finanziamenti garantiti; a sostenere l’operazione sarebbe stato soprattutto il fondo sovrano saudita. Una mossa che ha fatto schizzare in avanti il titolo in un primo momento e avrebbe anche scatenato un’indagine da parte della SEC.
Il titolo di Tesla, che era salito dell’11% a $ 379,57 il giorno in cui Musk aveva twittato circa il suo piano di delisting, ma ha chiuso ieri a $ 322,82 con una capitalizzazione di mercato di $ 55 miliardi e alcuni analisti hanno rivisto al ribasso le prospettive per il titolo.
Ma già prima del tweet incriminato erano state tante le tappe di avvicinamento. Già a inizio 2017 Musk ha il suo primo incontro con il fondo sovrano dell’Arabia Saudita a cui hanno fatto seguito diversi altri confronti. Ad aprile 2017 Musk avrebbe incontra il ceo di SoftBank Group Corp per discutere un investimento in Tesla, tra cui anche la possibilità di procedere al delisting di Tesla.
Poi il 2 agosto 2018 Musk notifica al consiglio di Tesla che vuole rendere la compagnia privata a $ 420 per azione, un premio del 20% rispetto a quello a cui le azioni hanno chiuso la giornata.
Negli ultimi giorni era emersa anche la possibilità che Musk fosse affiancato da un altro top manager per alleggerire l’aggravio di lavoro attuale del ceo (che in un’intervista al NYT ha dichiarato di lavorare 120 ore a settimana e prendere farmaci contro l’insonnia).