Notizie Notizie Mondo Effetto Egitto a Teheran. Giallo su condizioni Mubarak. La Borsa del Cairo chiusa fino a lunedì

Effetto Egitto a Teheran. Giallo su condizioni Mubarak. La Borsa del Cairo chiusa fino a lunedì

14 Febbraio 2011 16:10

Da Piazza Tahir soffia ancora forte il vento della rivoluzione e della libertà. Quando si muove la storia, è difficile prevedere dove andrà. Oggi quel vento, che ha fatto tremare le Piramidi, lambisce l’Iran. Nonostante il divieto delle autorità, l’opposizione iraniana sta sfilando in piazza in segno di solidarietà con il popolo egiziano e sfida a volto aperto il governo di Teheran. E’ caos totale nel centro della città, dove sono in corso pesanti scontri. Ne dà notizia un producer della Bbc secondo il sito online dell’emittente britannica. Sarebbero migliaia le persone, secondo alcuni testimoni, che stanno marciando nel centro città vicino alla piazza Imam Hossein. Le truppe anti-sommossa pur ostacolandoli non avrebbero fatto ricorso finora a metodi violenti per disperderli. Secondo il sito Kaleme, del leader dell’opposizione Mir Hossein Mussavi, il concentramento maggiore è intorno alla Piazza Enghelab (Rivoluzione), già teatro di grandi manifestazioni contro la rielezione alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad durante l’estate del 2009. Secondo il producer della Bbc, che ha detto di aver inalato gas lacrimogeni, diversi manifestanti dell’opposizione sono stati arrestati.


Altri si sono radunati anche in altre città iraniane, in particolare Isfahan e Shiraz. “Non c’è alcun programma di cancellare la manifestazione”, aveva detto Ardeshir Amir Arjomand, consigliere del leader dell’opposizione Mir Hossein Moussavi, in un commento pubblicato sui siti dei movimenti anti-regime. Il governo di Mahmoud Ahmadinejad dal canto suo non aveva dato il via libera al corteo e nei giorni scorsi aveva attuato una stretta sull’Onda Verde riformista, mettendo agli arresti domiciliari un altro leader dell’opposizione, Mehdi Karroubi, e arrestando decine di giornalisti. Ma i movimenti che nel 2009 sono scesi per giorni in piazza contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad hanno deciso di sfidare le autorità e di puntare sulle contraddizioni di un governo che elogia i manifestanti in Egitto e Tunisia, ma reprime le proteste in Iran. “Se non permetteranno al loro popolo di protestare, andranno contro tutto ciò che hanno detto e hanno fatto in merito all’Egitto”, ha affermato nei giorni scorsi Karroubi.


Il ministero degli Interni, intanto, ha fatto sapere di considerare l’opposizione pienamente consapevole della natura illegale della manifestazione, mentre Hossein Hamadani, comandante dei Pasdaran, si è spinto oltre: “I cospiratori sono solo cadaveri – ha detto – ogni incidente sarà trattato con severità”. Intanto è giallo sullo stato di salute dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak che sarebbe entrato in coma nella notte di sabato nella sua residenza di Sharm el-Sheikh. Lo riferiscono fonti ben informate al giornale egiziano al-Masri al-Youm. Secondo le fonti, i familiari avrebbero deciso di non portarlo in ospedale, ma di tenerlo sotto osservazione medica nella sua residenza, dove è arrivato venerdì dopo aver dato le dimissioni. La famiglia non avrebbe ancora deciso se portare Mubarak all’estero per sottoporlo a cure o lasciarlo in patria. In precedenza era previsto infatti un suo ricovero in Germania. L’ex presidente egiziano, che oggi ha 82 anni, è stato già sottoposto ad un’operazione chirurgica in Germania lo scorso marzo. Anche il quotidiano del Bahrein Alwasat News scrive che l’ex rais si trova in stato di incoscienza, mentre altri media egiziani parlano di gravissime condizioni di salute e scrivono che Muabrak rifiuterebbe ogni cura medica.


Mentre il dopo Mubarak è denso di interrogativi, la Borsa egiziana non aprirà mercoledì come annunciato in precedenza, a causa degli scioperi che stanno paralizzando il settore bancario. Lo riferisce l’agenzia di stampa Mena, spiegando che la Borsa rimarrà chiusa anche giovedì e senza dare indicazioni su una sua eventuale riapertura. Il settore bancario è stato già oggi investito da una serie di scioperi e domani sarà chiuso perché si celebra la nascita del profeta Maometto.

 

Anche oggi centinaia di manifestanti si sono reimpossessati dell’aiuola centrale di piazza Tharir, al Cairo, fortemente presidiata dalla polizia militare che cerca di impedire l’accesso alle persone. Il Consiglio supremo delle forze armate mette in guardia dalle ripercussioni e dagli effetti nefasti degli scioperi e dei sit-in che si susseguono nel paese. Le agitazioni in corso mettono a rischio la sicurezza del Paese e favoriscono un clima nel quale “le menti responsabili possono commettere atti illegittimi nel momento in cui la situazione esige l’unificazione degli sforzi per portare la patria alla pace”. Il comunicato indica inoltre che l’obiettivo è quello di assicurare un clima favorevole al passaggio dell’amministrazione alle autorità civili legittime che assumono “il loro ruolo sulla strada della democrazia”.

 

Nel frattempo disordini tra la popolazione e la polizia si registrano anche in tre località del Bahrein, in occasione del giorno della rabbia, decretato sulla scia delle manifestazioni tunisine e egiziane. Secondo le fonti, la polizia ha usato gas lacrimogeni e ha sparato pallottole di gomma contro la popolazione, causando il ferimento di almeno 14 dimostranti. La crisi egiziana è una buy opportunity?, si sono chiesti gli analisti di Nomura interpretando i timori degli ultimi giorni degli investitori. Secondo il broker la risposta è sì.  “Anche se è troppo presto per arrivare a disegnare qualsiasi conclusione, l’evidenza empirica di quello che è successo in altri tre Paesi, il Pakistan, l’Indonesia e il Sud Africa, alle prese con una fase di transizione politica è chiara. Quando il periodo di transizione giunge al termine, i ritorni per i mercati azionari della regione sono ampiamente positivi”, segnalano gli esperti della banca giapponese. In Pakistan che ha visto la fine del regime di Musharraf nell’agosto del 2008 e in Indonesia che è stata teatro di violenti scontri nel maggio 2008 per rimuovere dal potere il presidente Suharto sono stati protagonisti di un re-rating, ricordano a Nomura. Il caso sud africano è più complesso in quanto la transizione da un regime di apartheid alla democrazia si è sviluppato passo a passo sulla strada delle riforme, osservano ancora. Ma anche qui il lieto fine c’è stato. “Da quando Mandela è diventato presidente, il mercato azionario ha reagito positivamente, nei due anni successivi all’elezione”.