Effetto Egitto sull’Europa. A Milano Intesa Sanpaolo giù, per Akros impatto trascurabile
La crisi dell’Egitto mette sotto pressione le Borse europee che, dopo un avvio di seduta in territorio negativo, continuano a cedere terreno. Parigi cede lo 0,63%, Francoforte lo 0,62% e Londra lo 0,58%. A Milano il Ftse Mib perde lo 0,68% e il Ftse all Share lo 0,62%. I crescenti timori che le proteste anti-governative all’ombra delle Piramidi possano destabilizzare altri Paesi in Medio Oriente si fanno sentire sul sentiment. I listini continentali sono frenati dalle proteste in Egitto, con il timore di una possibile chiusura del Canale di Suez. Negativi i futures su Wall Street, mentre dagli Usa sono attesi nuovi dati macroeconomici tra le 14.30 e le 16.30, dagli indicatori sul reddito, alla fiducia dei manager di Chicago, fino alle attività manifatturiere misurate dalla Fed di Dallas.
Il Paese delle Piramidi è visto come un pilastro nell’equilibrio di tutto il Medio Oriente. E la situazione è in divenire. Gli ultimi tre presidenti dell’Egitto, da Nasser e Mubarak, passando per Sadat in oltre mezzo secolo di storia, sono stati militari, e anche il quarto e futuro rais potrebbe presentarsi al popolo con indosso la divisa: mentre la piazza invoca la caduta del dittatore, ai vertici dell’esercito si sta giocando la partita tra i generali che intendono schiacciare la protesta con la forza e quelli che preferirebbero liberarsi del capo dello Stato e comandate supremo delle Forze armate, per salvare il Paese, ma soprattutto per non perdere i privilegi accumulati in tre decenni.
Sin dall’inizio della crisi, le risposte del potere egiziano sono state di tipo militare: dopo tre giorni dall’inizio delle proteste, Mubarak, cresciuto come pilota nell’aviazione, aveva venerdì sera nominato vice presidente il generale Omar Suleiman (75), capo dei servizi di sicurezza militari e civili. Il parigrado Ahmed Shafiq (70), già ministro dell’Aviazione e pilota sotto il comando di Mubarak nella guerra del 1973, era stato incaricato di formare il nuovo governo. In quasi 30 anni di governo, Mubarak non ha mai voluto un vice presidente, nonostante la costituzione glielo imponga. “Una crisi prolungata in Egitto che potrebbe deprimere la ripresa dell’economia avrebbe effetti significativi a livello globale non solo su Grecia e Irlanda”, sostiene Jim O’Neil, presidente di Goldman Sachs Asset management.
“Le preoccupazioni della crisi egiziana travalicano l’importanza degli impatti economici. L’Egitto ha un ruolo chiave in Medio oriente. E’ molto probabile che i mercati si focalizzeranno principalmente sui rischi che la protesta potrebbe avere su altri Paesi dell’area, nonché sui prezzi del petrolio. In tal senso – prosegue l’esperto – sarà essenziale vedere quali decisioni saranno assunte al Cairo nei prossimi giorni”. “Alcuni osservatori hanno preso in considerazione l’ipotesi non solo delle conseguenze che potrebbe avere la crisi in Egitto, ma anche degli impatti che potrebbe provocare in Paesi nel Nord Africa, in Medio Oriente e altrove, nel mondo”, segnala O’Neil.
“Le novità saranno certamente benvenute dai mercati. Noi siamo dell’idea che gli sviluppi che seguiranno riusciranno a calmare un po’ il nervosismo delle Borse, soprattutto alla luce delle prospettive militari in crescita”, spiega Stephen Pettyfer CFA di Merrill Lynch a Dubai. Secondo l’esperto Suleiman rappresenta la vecchia guardia, pertanto sono a rischio la continuazione di politiche macro liberali e, fatto più cruciale, getta ombre sulla prospettiva che l’ordine pubblico possa essere ristabilito con la gente scesa in piazza in Cairo a chiedere un cambiamento immediato. “Meglio prudenza sulla Borsa, fino a quando non verrà fatta chiarezza sul fronte politico”, è il consiglio dell’esperto di Goldman.