Effetto Bce sull’euro, la divisa unica torna ai livelli dell’ottobre 2007

E’ proseguito anche nella notte l’effetto Bce sull’euro. La divisa unica è scesa fino a un minimo a 1,4214 contro dollaro per riguadagnare terreno solo in mattinata e riportarsi in area 1,43. I valori raggiunti nella notte equivalgono ai livelli più bassi degli ultimi 11 mesi.
Il deprezzamento dell’euro era partito ieri in scia alla riunione della Banca centrale europea. Sul banco degli imputati non sono però i tassi d’interesse, lasciati invariati al 4,25%, ma le revisioni alle stime su crescita e inflazione effettuati dall’Eurotower e i timori che i maggiori maggiori richiesti dalla Bce per lo sconto di asset backed securities da parte delle banche commerciali possa tradursi in un’esasperazione del credit crunch.
Jean Claude Trichet ha tagliato le stime sul Pil di Eurolandia per il 2008 dall’1,7 all’1,1% e in maniera più sorprendente, nonostante la recente discesa dei prezzi delle commodity e del petrolio in particolare, ha alzato le attese di inflazione per l’anno tra il 3,4 e il 3,6%, chiarendo che i rischi per i prezzi restano al rialzo.
Innalzati, come si diceva, anche i requisiti sugli attivi che la banca centrale accetterà come collaterale per la concessione di prestiti alle banche commerciali. Sono stati infatti rivisti al rialzo i margini richiesti per lo sconto sulle asset backed securities (titoli legati all’andamento di altre attività finanziarie) consegnate a garanzia dei prestiti. Dall’1 febbraio 2009 sugli Abs verrà applicato uno scarto di garanzia unico (haircut) del 12 per cento. Quindi la Bce continuerà ad accettare titoli per il prestito ma lo farà a un prezzo più elevato. Per esempio un titolo che vale 100 verrà accettato dalla Bce al valore di 88.