Effetto Bce fa volare i Btp. I tassi negativi e l’esperienza della Danimarca
L’attesa decisione della Bce di ritoccare al ribasso i tassi di interesse, portando in territorio negativo quelli sui depositi, si fa sentire oggi soprattutto sul mercato obbligazionario. I titoli di Stato dei principali bond governativi periferici dell’eurozona salgono con decisione con conseguente aggiornamento dei minimi storici dei rendimenti offerti.
Tassi Btp e Bonos ai nuovi minimi storici
Il rendimento del Btp decennale è sceso fino al 2,83% che rappresenta il nuovo minimo storico. Lo spread Btp/Bund si è riportato sotto la soglia dei 150 punti base. Stesso movimento per i titoli di stato spagnoli con il Bonos decennale che si è spinto fino a un rendimento minimo del 2,72%. Dopo il meeting della Bce gli esperti di BlackRock hanno mantenuto la loro posizione lunga in titoli sovrani spagnoli contro l’Italia. “Crediamo che i differenziali di rendimento spagnoli possano continuare a stringersi contro gli altri periferici guidati dallo slancio positivo e da fondamentali di lungo termine”, rimarca Scott Thiel, Deputy Chief Investment Officer of Fundamental Fixed Income e head of the Global Bond Team di BlackRock.
Tra le misure annunciate ieri dalla Bce, oltre al taglio dei tassi, spicca il nuovo TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operation) che prevede prestiti alle banche per un ammontare iniziale di 400 miliardi di euro. Rispetto agli Ltro lanciati nel dicembre del 2011 e nel febbraio del 2012, questa volta le banche avranno alcuni vincoli: oltre a un controllo sull’uso, potranno prendere a prestito il 7% dell’ammontare delle loro esposizioni al settore non finanziario (esclusi i mutui) in essere allo scorso 30 aprile.
Prossimo passo un QE all’europea?
Inoltre la BCE ha deciso di intensificare i lavori preparatori relativi ad acquisto titoli nel mercato ABS con il fine di migliorare il finanziamento dell’economia. “Anche se questa non è una misura che ha effetto immediato – rimarcano oggi gli analisti di Barclays – riteniamo che questo sia un chiaro impegno da parte della BCE di imbarcarsi in un Quantitative Easing all’europea adattato alla struttura del sistema finanziario europeo”. QE ritenuto “possibile e perfino probabile con queste premesse”, anche da Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, e “si tratterà solo di valutarne politicamente i tempi e i modi”.
Opzione QE che invece non è realmente dietro l’angolo secondo Philip Dicken, responsabile azioni europee presso Threadneedle Investments: “Credo che queste misure dicono in modo abbastanza chiaro che la Bce non intende fare QE. Avrebbe potuto farlo, il Regno Unito l’ha fatto, gli Stati Uniti e il Giappone l’hanno fatto, la Bce non vuole farlo”.
L’esperienza danese con tassi negativi
La Bce è la prima tra le grandi banche centrali mondiali ad avventurarsi nel’applicazione di tassi negativi sui depositi, rendendo di fatto dispendioso il deposito di liquidità. Quali effetti avrà tale mossa? Un possibile paragone può essere fatto con la Danimarca che nel luglio 2012 decise di portare il tasso sui depositi a -0,20% nell’intento di disincentivare gli afflussi di capitali poiché Il Paese scandinavo era percepito come un rifugio dalla crisi del debito europea. L’esperienza dei tassi negativi si è conclusa nell’aprile di quest’anno grazie anche al progressivo affievolirsi delle tensioni nell’area euro e di conseguenza lo smorzarsi delle pressioni rialziste sul peg tra euro e corona danese.
I tassi negativi hanno avuto come principale conseguenza l’aumento degli acquisti di titoli di Stato a breve termine divenuti un’alternativa più conveniente ai depositi. Pertanto se anche in Europa si verificherà questa tendenza la conseguenza sarà un’ulteriore compressione dei rendimenti sul tratto breve della curva.
Intanto oggi la banca centrale danese ha mantenuto i tassi d’interesse invariati non seguendo la Bce. Il tasso di interesse è rimasto allo 0,20 per cento, mentre quello sui depositi allo 0,05 per cento.